
Nella giornata di ieri, in un’azienda agricola biologica di Castellar, vicino a Saluzzo, si è svolto il 4^ Incontro “Abitare e Lavoro Stagionale Migrante in Piemonte”: un percorso di confronto – iniziato nel dicembre scorso al CSOA Gabrio di Torino in occasione dell’assemblea nazionale della rete Abitare nella CrisI – tra le realtà in movimento di Canelli (Asti), Castelnuovo Scrivia (Alessandria), Saluzzo (Cuneo) ed Ex Moi Occupata di Torino. Nelle campagne piemontesi i braccianti, migranti e non, stagionali e stanziali, vivono spesso situazioni di sfruttamento lavorativo e di grave disagio abitativo, costretti a vivere in baraccopoli o in sistemazioni precarie. Il tema dell’abitare, del poter vivere in condizioni dignitose quando ci si sposta per il lavoro stagionale o si sceglie di stabilirsi in un luogo, non può essere dissociato dal tema del lavoro, dal momento che lo sfruttamento di manodopera, soprattutto migrante, in agricoltura, è un fenomeno dilagante in molte regioni italiane e in altri paesi europei. Nelle prossime settimane, nel saluzzese inizierà la stagione di raccolta della frutta, che coinciderà con l’arrivo sul territorio di centinaia e centinaia di persone in cerca di lavoro. Persone che spesso si spostano da una condizione di disoccupazione forzata all’altra e da un “campo” all’altro, senza alcuna prospettiva di uscire da una condizione di devastante precarietà di vita e di lavoro.