mercoledì 28 settembre 2011

Prigione Mediterraneo: i CIE galleggianti nei porti delle nostre coste

Rinchiusi dietro gigantografie di Duffy Duck e Willy il coyote oltre 300 tunisini attendono, da giorni, al largo del porto di Palermo che le autorità italiane decidano del loro destino. Tappezzata da sorrisi ammiccanti dei protagonisti Looney Tunes, la nave “Fantasy” della compagnia Grimaldi Lines esprime appieno quanto ci sia di grottesco e tragico dell’odissea dei migranti, che prima erano trattenuti illecitamente a Lampedusa e adesso sulle navi; infatti la “Moby Vincent” ancorata al largo dei cantieri navali, e la “Audacia”, situata a 200 m dall’antico foro italico di Palermo, si uniscono alla prima creando così una vera e propria flotta di navi galera dove gli immigrati sono stipati. Per mare sono venuti e in mare restano.
Le creazione di questi CIE galleggianti non è che l’ennesimo grave episodio di gestione emergenziale dell’immigrazione dal Nordafrica: la proclamazione delle stato d’emergenza e la conseguente decretazione d’urgenza gli hanno permesso di ignorare le garanzie fondamentali della Costituzione e di utilizzare forme di detenzione in strutture improvvisate, come la collina della vergogna a Lampedusa, la stazione marittima o queste navi, inaccessibili alla stampa e alle associazioni. “Il concentramento forzato in non luoghi, di persone che non hanno commesso alcun crimine, riportano a episodi che la storia d’ Europa avrebbe dovuto cancellare e che invece continuano a ripetersi sotto i nostri occhi.” Borderline Sicilia.
Fin dai primi sbarchi avvenuti all’inizio del 2011 l’isola di Lampedusa è stata vittima di una gestione predisposta e finalizzata al verificarsi di episodi esplosivi come l’incendio del centro di contrada Imbriacola e le successive violenze che sono scoppiate nell’isola il 21 settembre scorso. “Era da tempo che tutti quelli che dovevano sapere, erano a conoscenza dello stato di degrado e di nervosismo che nel centro di Lampedusa si viveva quotidianamente” sostiene Giacomo Sferlazzo dell’associazione Askavusa di Lampedusa “molti lo avevano detto, ed era prevedibile che lasciare i ragazzi tunisini in quelle condizioni e in più essendo a conoscenza che i rimpatri erano lo scopo finale della loro attesa, avrebbe causato una grande rivolta, e così è stato.”
Questo è solo l’ultimo, e il più grave, degli episodi susseguitisi dall’inizio del 2011 e la risposta delle istituzioni a ciò che è stato colpevolmente causato dalle stesse è un’altra gravissima sospensione dello stato di diritto che non può essere in alcun modo accettata. Gli immigrati sono privati della libertà personale da settimane, senza avere mai incontrato un avvocato ne' essere mai stati condotti davanti a un giudice di pace per la convalida del trattenimento, per di più a bordo di navi che hanno assunto le funzioni di Centri di identificazione ed espulsione galleggianti. Vengono violati così i più elementari diritti umani, a partire dal diritto di difesa e di controllo giurisdizionale sulla libertà personale.
Eppure non ha rilevato la minima violazione dei diritti umani il deputato regionale del PD Tonino Russo, secondo le dichiarazioni scandalose rilasciate al GR regionale, “I migranti a bordo delle navi sono in buone condizioni; sono assistiti regolarmente, dormono in cabine fornite di lenzuola e in poltrone reclinabili. Alcuni tunisini che hanno avuto dei malori sono stati trasportati in ospedale, altri sono stati medicati direttamente a bordo da personale sanitario”. L’onorevole dimentica però che le detenzione illegittima rimane anche se le persone non vengono fatte morire di fame e sete.
Solo dopo quattro giorni di detenzione il PD è riuscito a prendere una posizione che non si burlasse dei diritti fondamentali dell’uomo: Alessandra Siracusa e Pino Apprendi, dopo una visita di tre ore a bordo delle navi, hanno dichiarato che anche se fossero rinchiusi in un Hotel a cinque stelle rimarrebbe un sequestro di stato. Inoltre hanno verificato la condizione giuridica delle persone trattenute, tra cui ci sono sei minori e una donna, sola, in mezzo a un gruppo di uomini.
Duecento immigrati sono trattenuti nella Moby Vincent e un altro centinaio sull’Audacia. La Fantasy la scorsa domenica ha traghettato 221 migranti tunisini da Palermo al porto di Cagliari. Questi destinati ad essere identificati nel centro di prima accoglienza di Elams e poi rimpatriati.
Sinora è inascoltata la protesta di centinaia di manifestanti che alle 17.00 di ogni pomeriggio si riuniscono in presidio difronte al porto. Cercano di richiamare la cosiddetta società civile attorno all’emergenza della discriminazione delle minoranze in Italia, ma, alla vigilia delle primarie della sinistra palermitana, chissà in quanti avranno il coraggio di denunciare questi abusi, nella bella Italia, patria del diritto.

Giorgia Mirto
BSA Palermo