A
due mesi dagli ultimi tragici naufragi nel Canale di Sicilia
l’orizzonte che si scorge da Lampedusa non è più infinito.
Il
dispiegamento di forze aeree e navali è degno delle tante “missioni”
del nostro esercito. “Mare Nostrum” è di fatto una missione
militare-umanitaria
la
cui finalità sarebbe quella di prestare soccorsi ai naufraghi ed
evitare altri morti. In realtà è solo l’ennesima occupazione di
un territorio per fini politici – strategici.
Da
due settimane non si hanno notizie ne di sbarchi ne di recuperi in
mare , le condizioni metereologiche non permettono la navigazione di
nessun tipo. Si arriva sull’isola solo via aerea.
Lampedusa
ancora una volta è destinata ad essere un pezzo della scacchiera
della politica non più solo italiana. L’operazione è stata
autorizzata dal Governo a seguito dei 366 morti del naufragio del 11
novembre, quando negli ultimi due anni si sono contati oltre 3600.
Perché solo ora? Grazie alle leggi sulla migrazione l’isola oggi è
totalmente militarizzata.
Negli
ultimi giorni sono iniziati i lavori per ristrutturare il padiglione
del Centro Imbriacola, incendiato nel settembre 2011, e vanno avanti
a tamburo battente … notizie ufficiose parlano dell’istallazione
di un gigantesco radar a ponente.
E
mentre i giornalisti parlano dell’inaugurazione del Giardino
dell’Accoglienza in cui saranno piantati 366 alberi, raccontano
dell’economia che gira grazie ai soldati presenti, esaltano
l’espansione del nuovo aeroporto internazionale … ci si rende
conto che l’isola è oramai una grande caserma destinata a
diventare la base logistica di ogni operazione per il controllo
militare del Mar Mediterraneo.
Siamo
convinti che l’attenzione internazionale debba essere concentrata
sui motivi umanitari che spingono i popoli africani a tentare una
fuga verso l’Europa. I politici e i ben pensanti dell’antirazzismo
etico debbono smetterla di far credere che fermare gli sbarchi
equivale a salvare la vita dei clandestini. L’Europa e l’Italia
debbono progettare politiche migratorie più accessibili e più
semplici, smetterla di gestire il fenomeno con delle carceri a cielo
aperto e col rafforzare il controllo delle frontiere.
Le
istituzioni presenti sull’isola sono totalmente incapaci di fare un
accoglienza “degna” persino ai parenti delle vittime, che
accorrono sull’isola per riconoscere i corpi dei propri parenti …
ma su questo l’Italia ha dato più volte motivo di vanto. Come se
non bastasse lo sperpero di denaro regalato alle Associazioni di
intellettuali e caritatevoli cristiani, oggi vengono pagati psicologi
con il compito di guarire gli eroi che hanno tratto in salvo
centinaia di profughi nella notte dl 3 ottobre. E, ovviamente, non
mancano le spedizioni agli isolani di Medaglie per gli eroi …
immediatamente rimandate al mittente. Gli eroi di queste tristi
vicende sono l’ennesimo stereotipo che serve a distrarre e
giustificare la presenza dei controlli e dell’operazione militare.
Lampedusa lo sa.