lunedì 28 novembre 2011

[PUBBLICHIAMO PER DAR VOCE A QUESTA LOTTA]: LETTERA APERTA AI POPOLI E GOVERNI DELLA NOSTRA AMERICA

Siamo profondamente preoccupati e preoccupate per la gravità della situazione del movimento contadino del Bajo Aguan, nella regione settentrionale dell’Honduras. Giorno per giorno ci pervengono nuove denunce - alcune disperate - sui crimini subiti. Con una presenza militare e poliziesca fortemente intensificata negli ultimi tempi - la cui responsabilità nella repressione è ripetutamente segnalata - siamo convinti che è urgente agire per evitare conseguenze peggiori.
Ci tormenta in particolare la preoccupazione per i bambini e bambine del Bajo Aguan, che vivono in situazione di terrore: i traumi causati dalla repressione e dalla paura cui sono costantemente sottoposti, marcheranno la loro vita per sempre. Alcuni giorni fa, proprio quando iniziava l'Operativo militare Lampo, un gruppo di contadini e contadine di ritorno dal cimitero, dopo aver fatto visita alle tombe dei loro parenti e compagni contadini caduti nella lotta per la terra, sono stati assaliti, alcuni assassinati, altri feriti. I bambini e le bambine che li accompagnavano sono stati testimoni di quel brutale attacco.
Per questo alziamo la nostra voce di allerta e sollecitiamo una pronta ed efficace risposta da parte dei popoli, governi ed istituzioni della nostra America in difesa della vita e per porre le basi per una giusta risoluzione dei conflitti di fondo.
Alcuni precedenti
La gravità del problema fu denunciata lo scorso 24 ottobre, nell’ambito del 143º Periodo di Sessioni della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH), in cui si documentò l'incremento di omicidi - 42 vittime tra uomini e donne, affiliati ad organizzazioni contadine, tra settembre 2009 ed ottobre 2011 -, di persecuzioni, minacce ed intimidazioni contro circa 3.500 famiglie contadine che reclamano il diritto alla terra e all'alimentazione. Esse sono totalmente indifese di fronte alla criminale repressione e al saccheggio da parte dell'oligarchia honduregna, fondamentalmente legata in quella zona alla produzione di palma da olio e strettamente vincolata al regime politico instaurato dopo il colpo di stato del 2009. A tali omicidi si aggiungono i processi giudiziari contro oltre 160 contadini (iniziati fino a luglio del 2011), gli sgomberi forzati e la distruzione delle abitazioni e mezzi di sussistenza d’interi villaggi.
Stando ai rapporti e alle denunce pubbliche disponibili, nel paese vi sono oltre 600.000 famiglie prive di terra, senza che esista da parte dello Stato honduregno una strategia agraria per risolvere la grave problematica sociale. Il conflitto agrario in Honduras si catalizzò a causa della Legge di Modernizzazione Agricola nell'anno 1992, che permise di elevare i limiti esistenti di proprietà della terra, dando luogo ad enormi piantagioni concentrate, nel Bajo Aguan, in mano a proprietari terrieri come Miguel Facussé, Reynaldo Canales e René Morales Carazo.
Invece di rispondere a questa situazione di violazioni gravi e sistematiche dei diritti economici, sociali e culturali della popolazione, l’attuale governo ha avviato l'operazione congiunta Xatruch II, che dalla metà di agosto ha dispiegato nella zona circa 1000 effettivi, tra esercito e polizia, della Forza Navale e del Battaglione di Fanteria con sede nell’Aguan. Ha iniziato l'Operativo Lampo a partire da novembre 2011, con la giustificazione di "diminuire l'ondata di omicidi e sequestri nel paese".
In tale contesto emergono nella zona gravi ed allarmanti denunce, che segnalano la partecipazione di agenti dell'Operazione Xatruch II nelle torture di contadini; l'assistenza all'esercito e alle guardie private dei latifondisti da parte di marines nordamericani e paramilitari colombiani; la presenza di paramilitari messicani legati al narcotraffico, noti come “los zetas”.
Ironicamente, mentre la morte ed il terrore continuano a percorrere i campi del Bajo Aguan, il regime criminalizza la lotta contadina ed accresce la militarizzazione del territorio, il suo titolare Porfirio Lobo assicura che si sta progredendo nel processo di pacificazione e riconciliazione del paese, ottenendo così che l'Organizzazione degli Stati Americani (OEA) ed altre istanze internazionali riammettano lo Stato dell’Honduras come membro attivo con pieni diritti. Allo stesso modo approvano a briglia sciolta piani ambiziosi d’investimento, indebitamento ed occupazione territoriale del paese, allo scopo di rendere più penetranti saccheggio e depredazione. Lungi dal conseguire quella pacificazione e riconciliazione, il popolo honduregno patisce i contraccolpi di un sistema collassato.
La Polizia Nazionale, che ha la responsabilità di proteggere la popolazione dai criminali, viene scossa dalla crisi più profonda della sua storia, segnalata per la sua incapacità di perseguire il reato ed i delinquenti, le sue violazioni dei diritti umani, la collusione di molti dei suoi membri col traffico di droga, col crimine organizzato, coi delitti su commissione.
Invece di porre fine ai crimini, che si moltiplicano ogni anno per mille - e che pongono l’Honduras come uno dei paesi più violenti del mondo secondo lo Studio Globale sugli Omicidi (2011) dell'Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga ed il Crimine (UNODC) - la polizia honduregna attacca senza pietà la popolazione; tra le sue vittime principali i contadini del Bajo Aguan, data la loro tenacia nella lotta per la terra.
Risposte scriteriate
In questo panorama, le risposte della comunità internazionale tendono più ad aggravare i conflitti che a risolverli. Oltre alla piena riammissione dell'Honduras nell'Organizzazione degli Stati Americani, ignorando l'ondata repressiva scatenata e la mancanza di difesa giuridica, derivanti dal collasso del sistema giudiziario e dall'impunità regnante, gli USA hanno palesemente incrementato la loro presenza, l’addestramento e le spese militari nel paese, aprendo perfino tre nuove basi militari nel periodo successivo al golpe del 2009.
A partire da giugno di quest’anno e col concorso della Banca Interamericana di Sviluppo (BID), della Banca Mondiale, degli USA e di altri, con la scusa di una nuova Iniziativa Regionale Centroamericana di Sicurezza, che si suppone volta a combattere meglio il narcotraffico ed altre forme di crimine organizzato, si sta consolidando un forte supporto ed approvvigionamento proprio ai settori che maggiormente vi sono implicati. Questa nuova multinazionalizzazione di un concetto assai speciale di sicurezza, sempre sotto il dominio USA, ha già molti precedenti nel paese e nella regione, vedasi il "capitolo sicurezza" annesso al NAFTA, i cui risultati in Messico sono evidenti.
E nemmeno se ne possono ignorare i legami con le politiche d’investimento, indebitamento e controllo del territorio nel Bajo Aguan e nelle zone costiere Garífuna, oltre ad altre zone dell’Honduras: cercano d’imporre i loro progetti di saccheggio ridipinti come "energia rinnovabile", " rimboschimento ecologico" e "turismo sostenibile", passando sopra la resistenza delle popolazioni che vedono le proprie possibilità di vita sempre più violentate.

Le nostre richieste
Per le suddette ragioni:
- Ci rivolgiamo ai presidenti e presidentesse latinoamericani e caraibici, tra cui coloro che hanno approvato il reingresso dell’Honduras all'OEA, per chiedere che i loro governi si rendano presenti nel Bajo Aguan, designando un rappresentante delle loro ambasciate a recarsi nella regione, a compiere gli sforzi necessari per fermare la sistematica aggressione ed assassinio contro uomini e donne contadine. Chiediamo di sospendere ogni aiuto finanziario al governo, specialmente se destinato alle Segreterie della Difesa e della Sicurezza Pubblica. Chiediamo di sospendere ogni cooperazione internazionale diretta a rafforzare l'Esercito e la Polizia Nazionale e a sostenere l'intervento straniero, sia in qualità di prestito che di donazione.
- Ci rivolgiamo all'Organizzazione degli Stati Americani, per chiedere che proceda con urgenza a nominare una Commissione di Verifica della situazione del Bajo Aguan, con l’appoggio della Commissione Interamericana di Diritti Umani (CIDH).
- Ci rivolgiamo all'Organizzazione delle Nazioni Unite, per sollecitare l’invio di Relatori Speciali nel paese per constatare le denunce delle popolazioni colpite sul luogo dei fatti.
- Ci rivolgiamo alle Istituzioni Finanziarie Internazionali, agli investitori e cosiddetti "donatori" internazionali, affinché sospendano ogni operazione che danneggia la regione, finché necessità e legittimità ne siano comprovate secondo la prospettiva dei diritti delle comunità colpite.
- Ci rivolgiamo alle autorità honduregne, per esigere il rispetto degli impegni assunti di fronte alla comunità internazionale di:
1) Tutelare i diritti umani: fornendo protezione alle persone e comunità a rischio; investigando e sanzionando i crimini commessi e punendo i responsabili; smettendo di criminalizzare i movimenti contadini e garantire l'impunità ai grandi proprietari terrieri.
2) Progredire, come Stato, nella soluzione della grave problematica agraria che colpisce i contadini honduregni: cessando gli sgomberi forzati; garantendo il diritto alla terra, all'educazione, alla salute, all'abitazione dei contadini e contadine organizzate; impedendo l'avanzamento del settore agroindustriale al di sopra della sovranità alimentare, così come la concessione e consegna del territorio e del patrimonio naturale senza l'obbligatoria consultazione previa ed informata dei danneggiati.
3) Smilitarizzazione della regione: sospendere gli operativi militari; mettere fine alla presenza militare straniera.
- Per concludere, ci rivolgiamo ai popoli del continente, affinché stiano all'erta riguardo alla situazione di grave pericolo presente in Honduras e specialmente nella zona del Bajo Aguan, affinchè attivino la solidarietà, condividendo le varie iniziative delle organizzazioni popolari della regione, come l'Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani per l’Aguan e le brigate di solidarietà.
È urgente bloccare il massacro nel Bajo Aguan!

Prime firme: Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel della Pace - Nora Cortiñas, Madre di Plaza de Mayo Linea Fondatrice - Jubileo Sur/Américas - Convergenza di Movimenti dei Popoli delle Americhe (COMPA) - Espacio Refundacional-Honduras - Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari ed Indigene dell’Honduras (COPINH) - Organizzazione Fraterna Nera dell’Honduras (OFRANEH) - Rights Action/Diritti in Azione - Collettivo Italia- Centroamerica (CICA) - Equipo de Educación Popular Pañuelos en Rebeldía de Argentina