venerdì 10 maggio 2013

Solidarietà al compagno Moez del Fronte Popolare Tunisino aggredito due giorni fa

due giorni fa a Pisa Moez Chamki, militante del Fronte Popolare Tunisino, del Rebeldia di Pisa e della Brigata di solidarietà attiva Toscana, veniva aggredito da un gruppo di uomini vicini al partito di governo islamico Ennahda.
Il pestaggio è solo un episodio di una fitta rete di terrore che gli islamisti stanno costruendo in Tunisia contro i militanti del Fronte Popolare, spesso oggetto di minacce e percosse in quanto "atei e comunisti".
Di poco tempo fa è l'omicidio di Chokri Belaid, importante militante del Fronte, colpito dopo mesi di inviti da parte di vari Imam a punirlo.
Spenti i riflettori sulla "Primavera araba" tunisina, non si sa quasi più nulla di un paese che per la maggior parte delle persone è considerato liberato. La situazione è ovviamente ben diversa (nonchè sconveniente da diffondere) con un governo islamista al potere che non solo sta dando avvio alla macelleria sociale a livello economico assecondando i diktat sull'austerità da parte del Fondo Monetario Internazionale, nonostante l'origine della rivolta fossero state anche le condizioni materiali di vita (dal carovita alla disoccupazione), ma sta restringendo sempre di più gli spazi di agibilità politica ad ogni possibile voce di protesta.

Diffondiamo il comunicato del Fronte Popolare Tunisino: esprimiamo solidarietà a Moez in prima persona, ma anche a tutti i compagni del Fronte Popolare, che quotidianamente, in Tunisia come nel resto d'Europa, mettono a repentaglio la propria integrità fisica per proseguire nella costruzione di un cammino davvero rivoluzionario e di libertà per la Tunisia.



Ieri sera, mercoledì 8 maggio, verso le 21.30, il compagno del Fronte Popolare Tunisino in Italia, Moez Chamkhi, ha subito una brutale aggressione. Mentre si dirigeva verso un bar nella zona stazione di Pisa, pochi metri dopo essere sceso dalla macchina, è stato colpito al volto da Hamed Talbi che si è diretto verso di lui senza pronunciare una parola. Dopo essere stato colpito Moez ha perso conoscenza ed è caduto. Si è risvegliato poco dopo mentre Hamed continuava a picchiarlo con calci e pugni su tutto il corpo. Per non essere “interrotto” Hamed ha portato con sé un altro gruppo di tunisini che si è disposto in cerchio intorno ai due in modo che nessuno vedesse cosa stava succedendo o potesse intervenire. In un momento in cui in Tunisia la violenza contro i militanti del Fronte Popolare, all’informazione, agli artisti, alle donne, ecc...aumenta continuamente ( ultimo atto di violenza contro la manifestazione del Fronte chi è stata presa a sassate, mentre solo tre mesi fa veniva assassinato Chokri Belaid ) l'aggressione del compagno Moez risulta ancora più allarmante. Dopo essere stato oggetto di accuse infamanti da parte di altri connazionali vicini al governo tunisino e al partito islamista , dopo essere stato accusato di essere un “comunista ateo e infedele” da parte di quelle stesse persone che hanno partecipato a diversi meeting organizzati in Italia da esponenti politici di governo e maggioranza islamista, Moez Chamkhi è stato aggredito e picchiato, così come capitava ai militanti, Moez compreso sotto la dittatura di Ben Ali, ancora una volta a causa della sua attività politica. Hamed Talbi è stato solo il braccio di un clima di odio e diffamazione che legittima e spinge alle aggressioni verso gli esponenti del Fronte Popolare e ogni voce libera, in Tunisia come in Italia. Questi sono metodi, di nuovo, di una dittatura: se le aggressioni agli oppositori stanno tornando la norma in Tunisia, ci chiediamo fino a che punto si debba arrivare,anche qui in Italia, per condannare apertamente chi fa parte di questi gruppi violenti e di stampo fascista che stanno crescendo sempre di più forti delle continue “visite” in Italia di esponenti legati al governo tunisino e dell'appoggio di gruppi italiani ignari della situazione politica tunisina

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