Appena
trapelata la notizia dei funerali di Priebke ad Albano, immediatamente è
scattato il passaparola e il tam tam sui socialnetwork. Appuntamento
ACHTUNG BANDITEN per un presidio autoconvocato alle 16:30 davanti la
confraternita S.Pio X. Dalle 16 hanno cominciato ad arrivare tanti
cittadini dei castelli romani, indignati per l’imminente gazzarra
nazi-fascista. Eppure il Prefetto Pecoraro nei giorni precedenti aveva
garantito che i funerali del gerarca nazista non dovevano essere il
pretesto per una manifestazione nostalgica. Nonostante questo ad Albano,
dalle prime ore si era capito che non sarebbe stato così. Primo indizio l’ospitalità da parte della confraternita Lefebvriana.
Scismatici della chiesa cattolica, scomunicati da Giovanni Paolo II con
cui Ratzinger ha tentato più volte un riavvicinamento, da sempre hanno
manifestato le loro simpatie nazi-fascite. Molto spesso hanno ospitato
vecchi e nuovi fascisti. Per loro le camere a gas sono state solo dei
disinfettanti. Eppure il Vicariato si era subito sfilato, negando ogni
disponibilità per esequie religiose. Forse però qualcosa gli è sfuggito
di mano.
Secondo indizio la presenza di Maurizio Boccaci nei dintorni della chiesa. Boccaci, già leader del Movimento Politico Occidentale, poi BaseAutonoma e oggi Militia, è stato addirittura scortato e accompagnato dalle forze dell’ordine all’interno della confraternita.
Mentre aumentavano i partecipanti al presidio antifascista, sono continuati ad arrivare reparti celere da Roma. Intanto man mano si alzavano canti come Bella Ciao e cori SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI. La tensione è cominciata a salire all’arrivo del prete lefebvriano che avrebbe dovuto officiare la messa. Appena alcune donne gli si sono avvicinate per chiedere chiarimenti, il prete non ha esitato a provocare sghignazzando. Le forze dell’ordine l’hanno dovuto trascinare dentro per mettere fine alla sua pantomima.
Sulla piazza intanto arrivano notizie confuse. Il carro funebre sta allo svincolo di Frattocchie e alcune decine di neo fascisti si sono visti avvicinare in gruppo verso la confraternita lefebvriana. Dopo le 17 arriva il carro funebre da Roma. L’indignazione e la rabbia a quel punto sale e con ogni mezzo si cerca di impedire l’ingresso del corteo funebre. La polizia e i carabinieri iniziano a spintonare, nonostante la presenza del sindaco di Albano con tanto di fascia tricolore. Due signori accusano un malore. A una donna viene lussata una spalla perché strattonata dalla polizia.
Dopo qualche minuto arrivano una ventina di neo-fascisti, capeggiati da Giuliano Castellino, già alla corte di Alemanno sindaco. Saluti romani, volti coperti e cinte alla mano. Vorrebbero raggiungere il luogo della cerimonia, ma il presidio antifascista ormai blocca ben tre strade, impossibile per loro passare.
Le ore passano. L’avvocato Giachini rimette il mandato rinviando ogni responsabilità allo stato italiano.
Arrivano deputati di Sel e Pd e insieme ai Sindaci di Albano, Genzano e Castelgandolfo tentano una mediazione. Il presidio non decide di smobilitare. Si chiedono le dimissioni di Pecoraro e la chiarezza da parte delle istituzioni sul fatto che Priebke non debba essere tumulato in Italia.
Verso le 21, quando ormai si concretizza l’annullamento del funerale, da un vincolo secondario, vicino al presidio antifascista, iniziano ad uscire gli stessi venti fascisti fermati nel pomeriggio, armati di tutto punto. La determinazione di chi ormai presidiava per ore le strade di Albano ha respinto con determinazione la provocazione neofascista. Domandandosi come mai quei venti fossero riusciti ad eludere la blindatura delle forze dell’ordine, tra l’altro passando per un vicolo presidiato dal pomeriggio.
Scende la notte. La polizia predispone un furgoncino blindato per far uscire la salma da un cancello secondario. Verso l’una scortato da altri due blindati la salma di Priebke viene trasferita nella base militare di Pratica di Mare. Con sé in questo ultimo viaggio, Priebke si è portato dietro tutto l’odio frutto della sua ideologia. A quel punto esplode la rabbia della cittadinanza antifascista. La polizia allora carica senza motivo i manifestanti, picchiando indiscriminatamente, solo per riprendersi una rivincita su una giornata come al solito gestita in maniera pessima dalle forze dell’ordine e per far uscire indisturbati i fascisti dalla confraternita. Vedere presi a calci la propria storia, le proprie idee, la propria speranza per un mondo migliore ad Albano ha generato voglia di rivolta. Questo ha impaurito le ambiguità della chiesa e delle istituzioni. Questo ha permesso di non subire l’ennesimo sopruso alla nostra dignità.
Secondo indizio la presenza di Maurizio Boccaci nei dintorni della chiesa. Boccaci, già leader del Movimento Politico Occidentale, poi BaseAutonoma e oggi Militia, è stato addirittura scortato e accompagnato dalle forze dell’ordine all’interno della confraternita.
Mentre aumentavano i partecipanti al presidio antifascista, sono continuati ad arrivare reparti celere da Roma. Intanto man mano si alzavano canti come Bella Ciao e cori SIAMO TUTTI ANTIFASCISTI. La tensione è cominciata a salire all’arrivo del prete lefebvriano che avrebbe dovuto officiare la messa. Appena alcune donne gli si sono avvicinate per chiedere chiarimenti, il prete non ha esitato a provocare sghignazzando. Le forze dell’ordine l’hanno dovuto trascinare dentro per mettere fine alla sua pantomima.
Sulla piazza intanto arrivano notizie confuse. Il carro funebre sta allo svincolo di Frattocchie e alcune decine di neo fascisti si sono visti avvicinare in gruppo verso la confraternita lefebvriana. Dopo le 17 arriva il carro funebre da Roma. L’indignazione e la rabbia a quel punto sale e con ogni mezzo si cerca di impedire l’ingresso del corteo funebre. La polizia e i carabinieri iniziano a spintonare, nonostante la presenza del sindaco di Albano con tanto di fascia tricolore. Due signori accusano un malore. A una donna viene lussata una spalla perché strattonata dalla polizia.
Dopo qualche minuto arrivano una ventina di neo-fascisti, capeggiati da Giuliano Castellino, già alla corte di Alemanno sindaco. Saluti romani, volti coperti e cinte alla mano. Vorrebbero raggiungere il luogo della cerimonia, ma il presidio antifascista ormai blocca ben tre strade, impossibile per loro passare.
Le ore passano. L’avvocato Giachini rimette il mandato rinviando ogni responsabilità allo stato italiano.
Arrivano deputati di Sel e Pd e insieme ai Sindaci di Albano, Genzano e Castelgandolfo tentano una mediazione. Il presidio non decide di smobilitare. Si chiedono le dimissioni di Pecoraro e la chiarezza da parte delle istituzioni sul fatto che Priebke non debba essere tumulato in Italia.
Verso le 21, quando ormai si concretizza l’annullamento del funerale, da un vincolo secondario, vicino al presidio antifascista, iniziano ad uscire gli stessi venti fascisti fermati nel pomeriggio, armati di tutto punto. La determinazione di chi ormai presidiava per ore le strade di Albano ha respinto con determinazione la provocazione neofascista. Domandandosi come mai quei venti fossero riusciti ad eludere la blindatura delle forze dell’ordine, tra l’altro passando per un vicolo presidiato dal pomeriggio.
Scende la notte. La polizia predispone un furgoncino blindato per far uscire la salma da un cancello secondario. Verso l’una scortato da altri due blindati la salma di Priebke viene trasferita nella base militare di Pratica di Mare. Con sé in questo ultimo viaggio, Priebke si è portato dietro tutto l’odio frutto della sua ideologia. A quel punto esplode la rabbia della cittadinanza antifascista. La polizia allora carica senza motivo i manifestanti, picchiando indiscriminatamente, solo per riprendersi una rivincita su una giornata come al solito gestita in maniera pessima dalle forze dell’ordine e per far uscire indisturbati i fascisti dalla confraternita. Vedere presi a calci la propria storia, le proprie idee, la propria speranza per un mondo migliore ad Albano ha generato voglia di rivolta. Questo ha impaurito le ambiguità della chiesa e delle istituzioni. Questo ha permesso di non subire l’ennesimo sopruso alla nostra dignità.
CHIEDIAMO LE IMMEDIATE DIMISSIONI DEL PREFETTO PECORARO.
CHIEDIAMO
CHE LE AMMINISTRAZIONI DEI CASTELLI ROMANI IMPEDISCANO OGNI TIPO DI
MANIFESTAZIONE DI ORGANIZZAZIONI NEOFASCISTE E PROVVEDANO
ALL’ELIMINAZIONE DI OGNI FORMA DI PROPAGANDA FASCISTA.
CHIEDIAMO
LA CACCIATA IMMEDIATA DELL’ORDINE DEI LEVEBVRIANI (da sempre
negazionisti, antisemiti e filonazisti) DA ALBANO E LA RESTITUZIONE
DELLE STRUTTURE DELLA CONFRATERNITA S.PIO X ALLA CITTADINANZA.
AI CASTELLI ROMANI I RIFIUTI NON PASSANO.
Occupazioni Precari Studenti
Brigate di Solidarietà Attiva Castelli Romani