Partendo dal nulla, dalla base, l'autorganizzazione nasce e a piccoli passi conquista spazi. L'albore di una stagione di rivendicazione.
Vogliamo
affermare l’importanza del nostro lavoro per il mantenimento
dell’agricoltura di questo territorio. Chiediamo l’attenzione
delle istituzioni locali (Regione, Provincia e Comuni) e l’intervento
del Prefetto su alcuni punti per noi molto importanti:
- Il lavoro nero. I datori di lavoro ci fanno lavorare senza contratto o con falsi contratti. Quando i contratti sono “regolari” registrano solo poche giornate e non versano i contributi di tutte le giornate realmente lavorate. Per questo non possiamo avere la disoccupazione agricola e non possiamo rinnovare i nostri permessi di soggiorno. Anche noi vogliamo pagare le tasse e avere i nostri diritti di lavoratori!
- Lo sfruttamento lavorativo. Il nostro lavoro in realtà viene pagato “a cottimo” (a cassone di pomodori) e non a giornata. Per questo siamo costretti a lavorare moltissime ore al giorno e a rovinarci la salute. Chiediamo che si rispetti il contratto provinciale del lavoro. Chiediamo che ci siano liste ufficiali per l’impiego. I datori di lavoro devono assumere regolarmente i lavoratori iscritti nelle liste.
- Le nostre condizioni abitative. Le paghe sono molto basse, le giornate di lavoro non sono mai sicure e non ci sono mezzi pubblici di trasporto. Per questo viviamo in casolari abbandonati, lontani dai paesi e vicini alle campagne in cui lavoriamo, e privi di tutti i servizi primari (acqua corrente, fogne, elettricità e riscaldamento). Senza residenza non possiamo rinnovare il permesso di soggiorno. Vogliamo vivere in case dignitose.
- I mezzi di trasporto. Senza trasporti pubblici non possiamo arrivare nei paesi e non possiamo avere i servizi di base: andare all’ospedale, alla posta o comprare cibo e medicine.
- L’apprendimento dell’italiano per i lavoratori stranieri. Benchè lavoriamo e viviamo in Italia da diverso tempo, il nostro isolamento ci impedisce di familiarizzare con l’italiano, cosa che limita il nostro inserimento sul territorio.
Chiediamo
risposte concrete per mettere
fine a questa situazione inaccettabile.
Per
questo, chiediamo l’apertura di un tavolo tecnico permanente con le
istituzioni locali.