lunedì 29 ottobre 2012

[BSA NAZIONALE] contro le opere inutili, al fianco della gente

Da poco, per bocca del Comitato contro la costruzione della Cispadana, siamo venuti a conoscenza di questa decisione del commissario Errani:

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/politica/2012/4-settembre-2012/macerie-terremoto-saranno-asfalto-cispadana-2111684322662.shtml


Le macerie, dice Errani, saranno usate per l'asfalto della Cispadana.
E' ovvio che condividiamo totalmente l'idea del recupero delle macerie, ma perchè queste devono essere usate per la costruzione della Cispadana? In una regione con  un altissimo livello di disoccupazione, con preventivi di ricostruzione delle case da capogiro e un finanziamento statale virtualmente dell'80%, realmente del 50-60%, che senso ha destinare i materiali recuperabili ad una autostrada?

Insomma il modello di sviluppo del Pd è chiaro, ribadito in Val di Susa, esportato in Emilia: meglio distruggere l'ambiente, meglio sprecare soldi in infrastrutture inutili, secondo un modello sviluppista e produttivista che ha minato costantemente l'ecosistema fino a farci intravedere il tracollo ecologico, che dare una casa alla gente. Errani quindi sceglie le cooperative rosse dei cementificatori e dimentica gli emiliani.

Noi vogliamo rispondere così a questo delirio: abbiamo deciso di avviare un processo di recupero delle macerie, da mettere a disposizione del Comitato per i progetti di autoricostruzione o anche solo da vendere per finanziare la costruzione delle casette in bioedilizia per chi non se lo può permettere.

Lontani dal profitto, vicini alle persone










venerdì 26 ottobre 2012

[BSA NAZIONALE] solidarietà e autorganizzazione: bollettino dal sisma n°10


BOLLETTINO DAL SISMA N°10

Giovedì 25 Ottobre 2012

I campi della Protezione Civile sono ormai stati chiusi in tutti i paesi del Cratere colpito dal sisma del 20/29 Maggio 2012. In ogni caso lo scenario è stato sempre lo stesso: strade d'accesso ai campi bloccate, forze dell'ordine in tenuta antisommossa (onde evitare ogni tipo di ribellione da parte degli ospitati negli stessi campi ed eventuali tentativi di esterni di interferire con gli sgomberi), pullman pronti a caricare gli sfollati per trasportarli negli alberghi.
Il messaggio che le istituzioni locali vogliono far passare è che con la fine dei campi finisce nei fatti  lo stato d'emergenza, chiudendo così la parentesi delle polemiche sulla malgestione di Errani, facendo credere che tutti i problemi sono stati risolti e che per ogni sfollato è stata trovata una buona sistemazione.
La realtà dei fatti non è questa. Errani sosteneva che sarebbero state requisite le case sfitte e gli appartamenti Acer, cosa vera solo in minima parte. Infatti non in tutti i comuni è stato possibile requisire appartamenti sfitti e molto spesso dove possibile l'intervento non è stato attuato del tutto: vedi  il Comune di Mirandola in cui su circa 1000 alloggi vuoti solo 16 sono stati resi disponibili. Il numero di persone mandate negli alberghi (Verona, Modena, Bologna ecc..) è quindi altissimo:
questa delocalizzazione ha ovviamente comportato ulteriori difficoltà, aggiunte a quelle già esistenti, per quanti lavorano e studiano qui nella bassa (i trasporti pubblici non dappertutto sono garantiti e non esiste nessun tipo di agevolazione o rimborso per chi può spostarsi con propri mezzi), oltre a portare allo smembramento di famiglie (molti lavoratori della zona, impossibilitati a farsi chilometri e chilometri, hanno preferito rimanere nei rispettivi paesi, mentre la famiglia è stata "deportata" in altre città). A fronte di tutto ciò molti si sono rifiutati di accettare le condizioni imposte dalla regione (delocalizzazione, promesse futili di altre future sistemazioni) e di conseguenza devono arrangiarsi da soli, firmando una carta che li estromette da ogni altra soluzione abitativa. Questi interventi sono operativi in seguito alle ordinanze del Commissario delegato Vasco Errani.

Contributi per la ricostruzione a carico dello Stato? Macchè!
Lo Stato ha versato i fondi per la ricostruzione (6 miliardi) nella cassa depositi e prestiti, a cui le banche accederanno per concedere il finanziamento agevolato che spetta ai terremotati, i quali lo dovranno ripagare in rate accendendo un mutuo. Un contributo virtuale dell'80%, che in realtà arriverà a coprire solo il 40-60% dei costi per i lavori effettuati e quindi non l'effettiva entità dei danni causati dal terremoto.
Le rate pagate andranno a maturare un credito d'imposta che l'interessato potrà recuperare solo scalandolo da tasse che normalmente dovrebbe pagare.        
Per un'analisi più tecnica e specifica rimandiamo al link del comitato Sisma .12:
 http://sismapuntododici.blogspot.it/2012/10/emergenza-terremoto-contributi-in.html 
Cosa che non è stata presa in considerazione è il fatto che gran parte degli edifici nella Bassa sono vecchi casolari di campagna (riconvertiti in abitazioni), spesso  affiancati da altre strutture (stalle,fienili,magazzini) facenti parte della medesima proprietà, che vanno quindi a superare di molto i 120mq ( http://sismapuntododici.blogspot.it/2012/10/emergenza-post-terremoto-casolari-di_22.html ). La ricostruzione quindi, nonostante la Bassa sia una zona agricola con preponderanza di casolari e poderi è stata pensata solo per facilitare la ricostruzione delle città.

I soldi per i terremotati non si vedono, eccetto i Cas (contributi di autonoma sistemazione) anticipati dalla Regione visto il mancato stanziamento dei fondi da parte dello Stato, che comunque sono arrivati in netto ritardo e solo per due mesi (gli arretrati di Giugno e Luglio, mentre non è stato previsto nessun finanziamento per il periodo 20-31 Maggio). Nel frattempo si spendono 40 euro al giorno a persona solo per pernottamento e colazione,  per mantenere in albergo famiglie senza casa perchè Errani, costretto dalla realtà, ha dovuto rinunciare in ritardo alla sua linea oltranzista anti container: così i moduli abitativi (70.000 euro l'uno: la speculazione è già cominciata e rischia di mangiarci vivi) arriveranno solo a fine dicembre o gennaio, forse addirittura a febbraio. Invece di occuparsi dell'emergenza case Errani  ha ben pensato con l'ordinanza del 4 Settembre 2012 di stanziare 7,5 milioni per il recupero e trattamento delle macerie, da poter poi utilizzare come asfalto della futura autostrada Cispadana. Quest'azione viene pubblicizzata per dimostrare la sensibilità della Regione riguardo quello che in realtà è un falso "monitoraggio capillare" del trasporto, riciclo e riutilizzo delle macerie stesse. Che si recuperino e riutilizzino le macerie, ma per la RICOSTRUZIONE non per la costruzione di opere inutili e che devastano l'ambiente!!

Sul fronte del lavoro la prima cosa che dobbiamo dire è che il terremoto è stata una mazzata ulteriore su un territorio già in difficoltà per la crisi economica: c'è una situazione di disoccupazione dilagante che il terremoto ha solo amplificato.
Alcune grandi aziende, sopratutto multinazionali, hanno deciso di approfittare del sisma per delocalizzare all'estero, dove il lavoro costa molto meno, altre ancora hanno delocalizzato temporaneamente la produzione nei dintorni, complicando le già grosse difficoltà di spostamento dei lavoratori, sopratutto quelli "deportati" negli alberghi a Verona, Modena, Bologna e altrove. Le piccole aziende invece, tra i danneggiamenti delle strutture e il fermo della produzione, sono sull'orlo di una crisi gravissima che sfocerà a breve in chiusure e licenziamenti. Molti datori di lavoro hanno sfruttato l' ART 18 per licenziare personale, quando in realtà i motivi dei licenziamenti sono ben altri: alcuni licenziano per poi delocalizzare e altri invece per potersi togliere di torno personaggi scomodi come sindacalisti o "i pezzi più deboli" (come chi si ammala più di altri).

Molti sono già in cassa integrazione, come  i dipendenti della WAM e della Gambro (quest'ultima pare intenzionata alla delocalizzazione all'estero). A partire dalla prossima settimana, finita la CIG, saranno in molti a subire il licenziamento, soprattutto coloro che lavorano in piccole aziende, le quali, dovendo affrontare ingenti spese per ripartire, non riusciranno a mantenere tutti i dipendenti che hanno al momento. Chiaro è che uno scenario plausibile è quello che vede la chiusura, il prossimo anno, di tutte quelle piccole aziende che, se non
riceveranno aiuti dallo stato, non saranno in grado di riprendere la produzione.  

Ci pare comunque non secondario ricordare che gli unici morti di questo sisma sono stati lavoratori, morti sotto le macerie dei capannoni crollati come castelli di carte: la tematica della sicurezza nei luoghi di lavoro qua diventa un imperativo!
Al riguardo rimandiamo al bollettino n°11 incentrato sulla tematica del lavoro che uscirà a breve.

Vogliamo chiudere con una riflessione sulla sentenza sui tecnici della Commissione Grandi rischi, non solo perchè riguarda il terremoto in Abruzzo, emergenza che ha visto la nascita delle BSA, ma anche  perchè si lega direttamente alla pratica in svolgimento in Emilia.
Riteniamo giustificata la sentenza di condanna per il semplice motivo che non è, come i mass media main stream hanno raccontato, una sentenza che prevede una condanna per lo scienziato che sbaglia, ma una condanna legata direttamente ad un uso POLITICO , quindi un abuso, della legittimità di certi soggetti conseguente alla loro posizione di scienziati.
Giampaolo Giuliani, ricercatore del laboratorio del Gran Sasso, preoccupatissimo in un’intervista da AquilaTv: aveva detto:  “Noi purtroppo osserviamo da ieri, e lo abbiamo già detto, anomalie lontane dal nostro territorio ma comunque visibili dalla strumentazione in nostro possesso.  Era evidente già da alcuni giorni lo spostamento degli epicentri verso Ovest e la scossa odierna era prevedibile. E’ ora di smetterla di dire che i terremoti  non possono essere annunciati o previsti, chi lo fa sta producendo morti”. Con la diffusione di queste notizie da parte di G.Giuliani, il governo Berlusconi ha sentito il bisogno politico, non scientifico, di tranquillizzare la popolazione, indicendo una riunione il cui scopo, a detta del geofisico e vulcanologo Enzo Boschi presente, era appunto quello di dire che non si potevano prevedere i terremoti.  La conferma di ciò arriva direttamente dall'intercettazione del giorno prima della telefonata dell'ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso che afferma: "quella di domani sarà solo un'operazione mediatica". Riteniamo che sia sacrosanto che non esista una Commissione Grandi Rischi del tutto politicizzata che, per non andar contro la scienza classica, ha taciuto e forse tacerà ancora sulla scosse piuttosto che salvaguardare la popolazione.

BSA SAN POSSIDONIO

lunedì 15 ottobre 2012

[BSA TOSCANA]IL MUNICIPIO DEI BENI COMUNI RIEMPIE DI COLORE LA CITTÀ

LA BRIGATA TOSCANA STA COL REBELDIA! SPAZI SOCIALI IN OGNI CITTA'!

Il corteo del Municipio dei Beni Comuni ha segnato un evento storico a Pisa e non solo, che si può riassumere in due immagini: i reparti di Polizia e Guardia di Finanza che presidiano lo spazio comunale di via Andrea Pisano, abbandonato da oltre sedici anni, e i manifestanti che marciano con il libro-denunciaRebelpainting in mano verso il Colorificio Toscano, ex fabbrica dismessa dall’attuale proprietà - la multinazionale J Colors - attesi da uno schieramento di forze dell’ordine senza precedenti in città, a difesa di un simbolo della speculazione privata da parte di una di quelle tante multinazionali responsabili della crisi che stiamo vivendo.
Il 13 ottobre a Pisa tutti i nodi sono venuti al pettine. Il vasto tessuto di cittadini, gruppi, associazioni e partiti che si sono riconosciuti nei mesi scorsi nel Municipio dei Beni Comuni hanno portato in piazza oltre 500 persone per rivendicare il diritto a recuperare, riaprire e restituire alla città uno spazio di partecipazione, socialità e cultura, in forma pubblica e con modalità pacifiche, ballando, giocando e lanciando messaggi di democrazia. Un corteo bello e caloroso, consapevole, capace di segnare ad ogni suo passo le tante ferite - spazi abbandonati o ceduti alla speculazione - incontrate lungo il suo percorso. Il corteo del Municipio dei Beni Comuni ha aperto così una nuova stagione di riconquista dei diritti in città.
A fare paura è proprio questo: la dimensione pubblica e la possibilità di riaprire nuove spazi di autogestione e elaborazione collettiva. Questo fa paura all’amministrazione comunale che trova nel Prefetto Tagliente piena sponda per questa strategia securitaria che è costata nella giornata di ieri migliaia di euro ai contribuenti. Centinaia di poliziotti a difendere un stabile abbandonato e vuoto perché il suo proprietario ha preferito licenziare e de localizzare: una militarizzazione tesa a difendere una politica industriale che ha portato solo disoccupazione e crisi a Pisa. Riaprire oggi uno spazio come una fabbrica fa paura, come fa paura rimettere al centro dell’attenzione politica la questione del lavoro, dei diritti, del recupero del territorio.
Tutti quegli spazi che dovrebbero appartenere ai cittadini e ai lavoratori sono stati occupati militarmente perché si vuole che restano vuoti, perché questo è funzionale all’attuale ordine economico e sociale.
Per questo Il Municipio dei Beni Comuni rilancia già da oggi con la presentazione del libro Rebelpainting sui beni comuni e il caso del Coloroficio Toscano un percorso che come nella giornata sabato sarà capace contro ogni militarizzazione e tentativo di creare un clima di paura di costruire dal basso un’altra città.

mercoledì 10 ottobre 2012

RIPRENDIAMOCI LA VITA, LA TERRA, LA LUNA E L'ABBONDANZA... LOGOS | Festa della Parola 11-14 ottobre @ exSnia - Parco delle Energie‏

Logosfest.org @ Csoa ExSnia| Via Prenestina 173 Roma
 
Logos – Festa della Parola dall'11 al 14 ottobre a Roma.
Terra è la parola da festeggiare quest'anno.
 
RIPRENDIAMOCI LA VITA, LA TERRA, LA LUNA E L'ABBONDANZA...
Programma:
 Sabato 13
ore 16.00:
LA VITA - contadini contro la crisi: la sovranità alimentare come prospettiva di lotta antiegemonica e recupero collettivo dei bisogni negati...
modera e stimola Enrico di t/Terra - Lazio

ore 18.00:
L'ABBONDANZA - tra mutualismo e acquisto solidale, alternative autorganizzate al consumo depauperante.
Moderano e stimolano Luisa di GasBo e Michela di Campi Aperti

Domenica 14:
ore 10.30:
LA TERRA - 1) la questione delle terre demaniali e la loro svendita ai privati: culmine della speculazione sui territori o possibilità concreta di una vertenza sull'accesso collettivo? In questa sede un confronto con l'esperienza dei Sem Terra (testimonianza di Antonio Lupo) e con le esperienze d'occupazione collettiva recenti in Andalusia (saranno presenti esponenti del Sindicato Obrero del Campo)
modera Fabrizio di Associazione Rurale Italiana

ore 13.00 pausa pranzo

ore 14.30:
LA TERRA - 2) tra alternativa contadina e pratiche alternative per entro la monocultura, come pensare socialmente la riconversione?
modera Crocevia

ore 16.00:
LA LUNA - tra sfruttamento reale ed emancipazione possibile, la questione del bracciantato migrante come fulcro di un progetto di società fondato su rapporti sociali liberati
modera Mimmo Perrotta, università di Bergamo e membro della Rete per la resistenza contadina e bracciantile
Adesioni:

Utopie Sorridenti" - Cosenza
GdL Nuova Agricoltura - Milano
Ass. Crocevia - Roma
BSA - Brigate di Solidarietà Attiva
gruppo di ricerca del Centro Studi per lo Sviluppo Rurale -
Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica dell'Università della
Calabria - Cosenza
Centro Studi Sviluppo Rurale dell'Università della CalabriaTerre Comuni Calabria
Terra Terra - Lazio
Campi Aperti - Bologna
Associazione Rurale Italiana
Movimento per l'Autosviluppo e l'Interscambio Solidale - MAIS
GasBo - Bologna
Gas BiBì - pigneto/torpignattara - Roma
Valli Unite - Piemonte
Coop. IRIS - Cremona
SOS Rosarno - Piana di Gioia Tauro e Corigliano Calabro
Africalabria, uomini e donne senza frontiere, per la fraternità - piana di Gioia Tauro
CortoCircuito Flegreo - Campania
Rete dell'Economia Solidale del Sud
Le Galline Felici - Sicilia
Comitato Italia Amigos Sem Terra
SOC - Andalusia - Stato Spagnolo
Antonio Lupo - CiboSostenibile
Domenico Perrotta - Università di Bergamo
Antonello Mangano - TerreLibere
Stefano LIberti - Il Manifesto

Logistica:
- l'incontro, come tutta la Festa della parola, si svolge al CSOA Ex-Snia Viscosa, via Prenestina 173 - www.exsnia.it
- si mangia alla Snia, dove ci sarà ampia possibilità di scelta, ovviamente anche per i vegetariani e vegani;
- l'ospitalità per la notte è prevista nel centro sociale, attrezzarsi con materassino e sacco a pelo. Telefonare entro venerdì in mattinata per confermare il pernotto a Giulia 3337631454.

Recapiti:
per questioni pratico-logistiche, Giulia 3337631454 - Marco 3935693688
per questioni "tematiche" Arturo 3803865967

giovedì 4 ottobre 2012

Aggiornamenti da Castelnuovo Scrivia


Avevamo lasciato i lavoratori e le lavoratrici immigrati di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria, nelle fasi concitate di un presidio ad oltranza. Avevano osato alzare la testa, denunciare lo sfruttamento subito lavorando per 12/14 ore al giorno agli ordini, con marcati accenti razzisti di un padrone che pensava di poter fare di loro ciò che voleva. Li avevamo lasciati determinati e pronti a lottare, stufi di non essere neanche retribuiti, di sentirsi merce di cui poter fare a meno in qualsiasi momento. Sarà un vecchio slogan ma “la lotta paga”. Sono stati in gamba questi lavoratori, supportati dal sindacato e da poche forze politiche, ma il rischio lo hanno corso loro e forse questa storia sta avendo un peso superiore alle aspettative. Dei 40 lavoratori 12 erano irregolari, da espellere magari, invece si è riusciti ad applicare le nuove norme. Il titolare dell’azienda è stato accusato di riduzione in schiavitù e per i dodici è scattato immediatamente il permesso di soggiorno per motivi giudiziari. Ci sarà un tribunale che dovrà esprimersi e ad indagare su questa vicenda, come già detto è il Procuratore di Torino Raffaele Guariniello. Nel frattempo è in piedi la vertenza e il tentativo di trovare una soluzione per i lavoratori licenziati. L’’azienda Lazzaro dovrebbe erogare loro una somma che sembra non voler versare, forse si giungerà ad una transazione. Dipenderà molto dal ruolo che intenderanno giocare i tanti attori in campo. La provincia ha serie difficoltà a garantire fondi e per i lavoratori, che già stanno iniziando un percorso di ricollocamento, occorrerà una disponibilità delle aziende a corrispondere anche anticipatamente i salari. Sarebbe un buon segnale. Surreale la situazione di un’altra dozzina di lavoratori che ufficialmente lavorano ancora per Lazzaro. Soltanto due di questi risultano effettivamente impiegati in mansioni. E gli altri dieci? Saranno egualmente retribuiti? Anche su questo sarà necessario indagare.
La vicenda di Calstelnuovo ha innescato un meccanismo estremamente interessante e virtuoso. Allo sportello legale aperto per iniziativa dei vari soggetti che hanno sostenuto i lavoratori stanno pervenendo tantissime segnalazioni e denunce da varie aziende della zona. Così tante da non potere essere tutte prese in carico dallo sportello, che è attivo un solo giorno a settimana. Sta emergendo un mondo di lavoro sommerso, di sfruttamento strutturale, di totale riluttanza a rispettare i più elementari diritti dei lavoratori. Vicende personali che diventano denunce, esposti, racconto di una realtà misconosciuta su cui è necessario intervenire radicalmente. Il Nord ricco, laborioso, onesto e galantuomo, ha evidentemente anche un altro volto, crudele e misero.
Stefano Galieni

Foto di Ahmed Osman

Fonte: corriereimmigrazione.it

[BSA NAZIONALE] solidarietà e autorganizzazione: bollettino n° 8



Lunedì 1 Ottobre 2012

Comincia a piovere sull'Emilia. Una pioggia che allaga i campi della protezione civile e i campi autorganizzati. Chi sta in tenda e chi sta in roulotte. Ci sono ancora 36 mila sfollati nel Cratere, 20 Comuni che non riescono a risolvere il problema impossibilitati dal cappio che il patto di stabilità e l'assenza di finanziamenti regionali e governativi impone loro. Piove assieme alla pioggia una miriade di ordinanze e decreti regionali, uno tsunami di burocrazia che impedisce ai terremotati emiliani di trovare qualcosa a cui aggrapparsi per non essere spazzati via.

I nuclei di protezioni civile regionali hanno finito i soldi e già in molti comuni si riduce la mensa, si riducono le strutture. Sappiamo che in alcuni campi il servizio mensa sarà “offerto” da catering privati, perché se si deve speculare si specula su tutto, dai bagni chimici ai pasti.

Piove sui tendoni che ospitano le scuole: mentre Errani va fiero nel ribadire che l'anno scolastico è iniziato senza problemi, che in Emilia è tutto ok, che l'Emilia ce la farà da sé, gli studenti fanno lezione nei tendoni, talvolta senza banchi, sicuramente esposti a freddo e intemperie. Il calendario non è chiaro: un giorno di scuola si, uno no, una settimana si, una no. E magari si mandano gli studenti in vacanza studio, la scuola paga il viaggio, le famiglie il pernottamento: se non hai i soldi tuo figlio può tranquillamente allungare di una settimana le vacanze. Il prossimo bollettino video sarà proprio su questo: su Errani che si vanta delle scuole e sulla realtà che fa a cazzotti con la finzione mediatica.

La questione è piuttosto chiara: l'Emilia è un ottimo luogo per speculare ora. Speculare sugli affitti: hai perso casa, ma puoi accedere al piano case, prendendoti un affitto lievitato per l'occasione. Puoi ricostruirti la casa, ricevendo i contributi dello stato, che però guarda caso coprono solo fino al massimo dell'80% delle spese: per il 20% mancante hai la scelta tra cavarli fuori di tasca tua, prima volta nella storia delle tragedie naturali in Italia, o indebitarti con le banche. Se la vita stenta a ripartire, trivellazioni e gas invece non trovano requie. Ma d'altronde, dal governo delle banche poco altro potevamo aspettarci.
La situazione a breve sarà al collasso, tra il freddo, la pioggia, i moduli abitativi che non arrivano e i CAS (contributi di autonoma sistemazione) che vengono promessi da mesi e dovrebbero essere stati anticipati di recente dalla Regione, ma ancora non si vedono.

La colpa di tutto questo non è solo il terremoto: al terremoto della crisi s'è “solo” aggiunta la crisi del terremoto. Stiamo proseguendo le staffette, ancora centinaia di persone a cui portiamo beni di prima necessità, che ci raccontano una situazione che va oltre la casa inagibile e parla di disoccupazione e aziende che delocalizzano. La colpa è dei comuni? Forse no. Anzi no. C'è un governo assetato di profitto e un commissario straordinario, Errani, del tutto organico nel “piano Monti”, che vede il suo partito ridotto ad un'arena dove le cooperative rosse si scannano per prendersi più appalti possibili.

I comuni una responsabilità ce l'hanno di sicuro però: emanare a catena, come sta succedendo, ordinanze di sgombero delle aree pubbliche, ovvero obbligare chi non ha una sistemazione a smontare anche la misera tenda sotto cui vive, non fa altro che ridurre i terremotati ad un problema di ordine pubblico. Ma capiamoci: non tutti i terremotati, ma gli ultimi degli ultimi, chi cioè non ha i soldi per l'affitto o per comperarsi container o casette di legno. La guerra alla povertà prosegue anche qui, nonostante la tragedia. E tra i poveri ovviamente è bene fare distinzioni: dividiamo tra residenti e non residenti, che se non si mette il povero contro il povero c'è il rischio che qualcuno guardi lassù, a Bologna o a Roma. Ha senso, laddove sulla testa della gente passano fiumi di soldi in interessi e speculazione, mettersi a fare divisioni tra residenti e non residenti? C'è toccato intervenire nel Comune di Cavezzo, a difendere una tendopoli autogestita, guarda caso di stranieri, minacciata di sgombero da una pattuglia di carabinieri: pare che il sindaco non ne sapesse nulla, ma è comunque difficile pensare che tra la minaccia e il sindaco non ci sia un filo di responsabilità che passa attraverso un’ordinanza che parla chiaro: “via la tenda o paghi 500 euro di multa”. Tende rimontate, ragazzi un po' più tranquilli, roulotte in arrivo.

Non abbiamo nessuna intenzione di alimentare polemiche sterili: conosciamo bene le evidenti difficoltà che pesano sui comuni. Sappiamo che a breve, ritiratesi le squadre della ProCiv, la situazione sarà infernale. Governo, Regione e speculatori sono obiettivi comuni a cui guardare: occupiamoci dei bisogni della gente, occupiamoci di organizzare una ricostruzione ecosostenibile e salva dal profitto, rigettiamo la guerra tra poveri.

Il 4 Ottobre saremo a Roma a fianco del Comitato Sisma.12 e degli aquilani del Comitato 3e32, per continuare a pretendere rispetto e a far sentire la nostra voce. Diamoci una mossa!






martedì 2 ottobre 2012

[BSA NAZIONALE] contro la Tav e la cementificazione tutti a Ravenna il 13 ottobre


"LOTTIAMO PER LA TERRA E PER LA LIBERTA'
In ogni parte del mondo le lobby finanziarie, politico e mafiose aggrediscono, depredano e devastano usando l’ alibi drammatico del progresso e del lavoro e con la complicità dei governi.
Accade in Centroamerica, in Africa, in Asi
a come qui in Italia .
Le situazioni di attacco ai territori e alle loro ricchezze sono innumerevoli.
Da Nord a Sud non è possibile elencare tutti gli scempi .
Dalla Valle di Susa, passando per il Mugello, arrivando fino in Sicilia i grandi affaristi violentano la terra cementificando, perforando, scavando e inquinando.
Calpestano la possibilità di una vita libera , felice , condivisa, sacrificandola alle logiche di poteri forti che muovono fili invisibili per asservirci ai loro scopi; i loro profitti, quelli che non bastano mai.
Fra i responsabili spiccano Impregilo, Eni, Todini e non ultima C.M.C.
L'unico modo che abbiamo per contrastare queste mire rapaci e devastanti è costituire aggregazioni sempre più allargate e diffuse, rendendo evidenti le opposizioni e rendendoci conto che noi siamo più di loro e che solo uniti possiamo sconfiggerli.
Noi proponiamo il 13 ottobre una manifestazione a Ravenna contro la Cooperativa Muratori e Cementisti (CMC) che, dopo essere stata artefice in questi anni di numerose devastazioni sul territorio italiano, si accinge a realizzare il tunnel geognostico alla Maddalena di Chiomonte in Val di Susa.
Un’azienda che fra i vari progetti distruttivi vuole realizzare un cantiere rifiutato da decine di migliaia di residenti nella valle e dalle migliaia di No Tav ormai presenti in tutta la penisola e oltre il confine.
In gioco non ci sono solo le spartizioni legate al T.A.V., ma soprattutto altre logiche decisionali ed autoritarie come il dimostrare che se il PD ( che è dietro la CMC) e qualunque altro partito politico decidono qualcosa, nessuno può permettersi di dissentire,di opporsi,di resistere.
L’azione di opposizione critica, di lotta e di disobbedienza, delle comunità e dei territori infatti mette in discussione gli stessi meccanismi del potere, gli equilibri dello scambio clientelare e mafioso .
Queste le ragioni per cui è importante che tutte le persone che vogliono impedire la devastazione del pianeta Terra partecipino a questa prima manifestazione per rilanciare l’opposizione alla lobby trasversale degli affari.
Ele nco adesioni…

NOTAV Torino e Cintura
NOCMC di Ravenna
NO PEOPLEMOVER BOLOGNA
RAVENNA PUNTO  A CAPO
PIEMONTESI E LIGURI CONTRO IL TAV -  TERZO VALICO
CITTADINI DI FEGINO BARBARADOVA
COMITATO PER SCARPINO GENOVA
MARIO ACTIS PRES. LEGAMBIENTE VALSUSA
CSA PACI' PACIANA BERGAMO
COLLETTIVO DELLA ZI DEL VAG 61
BSA NAZIONALE
KOLLETTIVO ONDA ROSSA
NO PARCHEGGIO SOTTERRANEO (PISTOIA)
MOVIMENTO 5 STELLE PIEMONTE
RIFIUTI ZERO
COLLETTIVO COMUNISTA PIEMONTESE
NO EXPO
DON GALLO
CUB PIEMONTE
UGO MATTEI
VERDI DI CESEENA
CIRCOLO ANARCHICO BERNERI DI BOLOGNA
LELLO VALITUTTI