sabato 28 aprile 2012

[BSA NAZIONALE] Primo maggio a Pioltello: contro lo sfruttamento del lavoro l'unica soluzione è la ricomposizione di classe


Il percorso politico delle BSA nasce dalla sperimentazione di pratiche di intervento dentro le emergenze ambientali, sociali, economiche. Da l’Aquila a Nardò, passando per Lampedusa, abbiamo costruito percorsi di autorganizzazione e solidarietà in contrasto all’utilizzo politico delle “emergenze” come macchine speculative, laboratori di repressione e spazi di sospensione dei diritti. Allo stesso modo dentro un lungo processo di ristrutturazione del grande capitale produttivo e finanziario e di una sua modalità di gestione sempre più accelerata e transnazionale, l’attuale crisi economica si svela anche nei paesi del sedicente mondo sviluppato come utile strumento di progressiva distruzione dei diritti del lavoratore.  

Di fronte alla crescente destrutturazione economica e sociale, pur partendo dalla crisi dell’agricoltura e dallo sfruttamento dei braccianti, crediamo importante mantenere una visione prospettica in grado di allargarsi anche ad altre lotte di diversi territori e settori economici: ci proponiamo infatti di partecipare a processi di ricomposizione, estendendo progressivamente il nostro sostegno concreto ai percorsi di autorganizzazione dal basso e contribuendo allo scambio tra le diverse realtà già attive nel contrastare ogni forma di sfruttamento del lavoro e del territorio.
Crediamo sia innanzitutto necessario sviluppare un processo analitico collettivo che ci permetta di individuare i comuni denominatori che determinano oggi lo sfruttamento del lavoro di sempre, declinato in tutte le sue nuove forme. Si moltiplicano infatti i responsabili da individuare, che si dividono tra imprese o istituzioni pubbliche appaltanti e cooperative in appalto, tra infinite tipologie contrattuali temporanee, accordi aziendali che sostituiscono progressivamente i contratti nazionali del lavoro ed un’espansione esponenziale del lavoro nero in tutti i settori economici. 
Italiani e non italiani, giovani precari e operai specializzati, con o senza un contratto, con o senza un permesso di soggiorno, ci sembra che il risultato di fatto non cambi: tutti restiamo schiacciati sotto lo stesso sistema che ambisce ad una continua crescita dei profitti a scapito del reddito, che punta all’accentramento del potere economico e politico e procede verso un definitivo smantellamento del già insufficiente diritto del lavoro. 
Per questo motivo abbiamo invitato a partecipare al Primo Maggio a Pioltello tante persone diverse, tutte analogamente ricattate. Con il ricavato dalla vendita di arance raccolte da braccianti assunti regolarmente a Rosarno e distribuite attraverso un circuito autorganizzato alternativo, vogliamo contribuire alla cassa di resistenza dei lavoratori dell’Esselunga. 
Pensiamo infatti che a partire dalla condivisione pratica di esperienze di sfruttamento e di solidarietà tra lotte in corso, si possano muovere i primi passi per iniziare a percepirsi tutti parte di una stessa grande filiera produttiva, una lunga catena che comincia con il bracciante che lavora in nero, sfruttato dal caporale e pagato a cottimo, e arriva fino al facchino di Piacenza e all’operaio di Pioltello, assunti come soci-lavoratori e ricattati dalle cooperative del settore logistico. Un sistema che non riguarda solo produzione e commercio, che non si limita al privato ma coinvolge anche il pubblico, che abusa della catena di appalti e sub-appalti per disgregare la forza rivendicativa dei lavoratori e aumentarne la ricattabilità, mirando ad abbattere i costi del lavoro e producendo sempre maggior disoccupazione.
Il Primo Maggio saremo dunque a Pioltello. Studenti, lavoratori, precari, insieme ai braccianti, saremo davanti ai cancelli dell’Esselunga, consapevoli del fatto che questa crisi economica non è la prima e non sarà l’ultima. 
Crediamo che l’obiettivo politico finale non possa essere la rivendicazione di un posto di lavoro salariato o il mantenimento di una produzione incontrollata e svincolata dai bisogni ed usi reali, né una distribuzione della ricchezza iniqua e costruita sulla privatizzazione del tutto. Cerchiamo di costruire collettivamente processi di transizione che ci permettano di recuperare margini di sopravvivenza quotidiana e concreta, utili e necessari a rilanciare e praticare alternative e che nel tempo ci possano portare a rimettere in discussione il funzionamento dell’intero sistema economico in cui oggi siamo costretti a vivere.



Programma della giornata
h. 14:00 concentramento per corteo davanti ai cancelli del polo Esselunga,
Via Giambologna
(Pioltello)
h. 16:30 assemblea-incontro-dibattito, Parco di via Cilea angolo via Mozart – quartiere Satellite (Pioltello)
h. 18:30 Festa popolare con animazione per bambini, maratona artistica con Alessio Lega, banchetti informativi: Storia del presidio Esselunga || No Tav || Presidio permanente Martesana No Tem || Palestina || Brigate di Solidarietà Attiva || Lavoratori del sociale Pioltello e molto altro … partecipano anche Walter Leonardi || Farenheit 451 Crew || Boggie Spiders ||  Il Babau e i maledetti cretini || Ciapa No



giovedì 26 aprile 2012

Non dite a mia madre che sono diventato cieco...

Forse non è un modo che potrà svegliare le menti intorpidite dal sistema militar-capitalista,ma è sempre una verità incredibile sulla barbarie applicata per legge ad ogni palestinese! Ogni giorno in ogni angolo di Palestina si consumano torture,bombardamenti,violenze e soprusi di ogni sorta,tutto nel buon nome di una democrazia dal sapore acre della tirannia legalizzata dall'ONU,che tace vergognosamente su fatti come ciò che leggiamo qui sotto:  

    Lettera struggente di un prigioniero palestinese
Mohammad Brash scrive dalla prigione israeliana di "Aishel"
                            mohammad brash 2
Non dite a mia madre che sono diventato cieco.
Quando viene a trovarmi,
lei non sa che sono diventato ciecodopo che i miei occhi si sono ammalati eil buio ha invaso il mio corpo.Lei mi vede ma io non la vedo.Le sorrido da dietro la rete di ferroe faccio finta di vederlaquando mi mostra le fotografie dei miei fratelli,dei miei amici e dei nostri vicini.


Non ditele che sono anni che aspetto un'operazioneper avere una cornea nuovae che sono anni che la direzione del carcere rimanda,rimanda e poi rimanda ancoradando ai miei occhi tutte le ragioniper dimenticare la luce del giorno.

Non raccontatele del mio corpo segnato da ricami di schegge di piombo,né che il mio piede sinistro è stato amputatoe sostituito da uno posticciomentre quello destro è già ammuffito e si sta distaccando dalla vita.

Non raccontatele come un prigioniero perde la cognizione dei sentimentipiù elementari, condannato a vedere soltanto ferri e ceneree mai il bianco radiosoe i cavalli sellati dal silenzioche guidano verso la speranza.

Ditele che sono vivo, che sono sano, che i miei occhi vedono,che cammino, corro, gioco, salto, scrivo e leggo...Trascino il mio dolore su queste stampellee sono con mio fratello martire,ora in cielo,e lo sento chiamarmi con la forza del tuono e del fulmine...

Non ditele che non conosco più il sonnoche mi nutro di sedativi per intorpidire le mie membra...che quando mi muovo per cercare le mie cose sbattocontro le sbarre o il corpo di un altro prigionieroche dorme accanto a me e si alzaper aiutarmi ad andare in bagno...

Stare sveglio mi addolora e il sonno mi ha abbandonato

Non dite a mia madre della polvere da sparo che mi è entrata negli occhiriempiendoli di sangue, sulla strada del campoin quel pomeriggio ferocequando i cecchini mi hanno scelto come bersagliofacendo volare il mio piede lontano.Prima che il buio mi inghiottisse, si è impressa nei miei occhil'immagine di un bambinoche mi correva incontro, portando una bandiera,e gridava: “Martire! Martire!”

Ditele che non mi basta sognarla,che sono straziato dalla nostalgia di lei,che incido segni sul muro per ricordarla edimenticare i miei dolori e l’oscurità che mi avvolge.

Ditele che seguo l’ascesa della sua preghiera fino a toccare il cielo,mi fermo e poi a malincuore ritornoper non ferirla con la mia mortema rimango sulla porta come se avessi già scelto il mio domani.

Non dite a mia madre che Israele del ventunesimo secoloha trasformato le carceri in laboratori sperimentalidove coltivare malattie che consumano i nostri corpilentamente come si strugge la cera delle candele.

Non ditele che ho già imparato i nomi di tutte le malattie più stranee delle medicine più bizzarree che conosco il sapore di tutti gli anesteticiche sono costretto a inghiottirementre osservo il corpo di Zakarya Issa, amico e fratello,scivolare prima di me nella vita senza vita di un lungo coma.

Non raccontate a mia madre dei malatie delle malattie che accendono nei loro corpi guerre e follia:Ahmad Abu Il-Rub,Khaled Al-Shawish,Ahmad Al-Najjar,Mansour Mauqadeh,Akram Mansour,Ahmad Samarah,Wafa' Il-Bis,Rima Daragmeh,Tareq Asy,Motasem Raddad,Ryad Il-O'mor,Yasser Nazzal,Ashraf Abu Dree,Jihad Abu Hanyehtutti massacrati dal carcere e dalla malattia,che uno stato arrogante capace soltantoa dispensare morte e funerali,ci infligge. 
Ditele che solo trenta porte mi separanodalla porta di casae che avanzo di un passo ogni volta che vola un uccello,ditele che il fuoco mi avvampa gli occhi,il filo spinato mi trafigge il pettoe che mi rifugio nel suo cuore e nelle sue preghiere.

Mohammad Brash

(traduzione di Bilal Murar e Gabriella Cecilia Gallia)
originale in arabo: http://www.fatehwatan.ps/page-5315-ar.html

martedì 24 aprile 2012

[BSA NAZIONALE] PRIMO MAGGIO DI LOTTA CONTRO LO SFRUTTAMENTO A MILANO


PIOLTELLO, PER UN PRIMO MAGGIO DI RICOMPOSIZIONE E LOTTA
CORTEO H 14 DAVANTI AI CANCELLI DI ESSELUNGA

Una protesta energica, un presidio permanente, una lotta che prosegue da mesi davanti ai cancelli dei magazzini Esselunga. E’ proprio da qui che si è deciso di partire per dar vita alla giornata del Primo Maggio a Pioltello. Una giornata che vuole riportare al centro della discussione il tema dei diritti dei lavoratori sfruttati dalle cooperative del settore logistico e non solo. 

La storia di questa lotta non è così lontana da quella di migliaia di altri operai assunti come soci-lavoratori dalle imprese che popolano le zone industriali di tutto il Nord. Contatti collettivi non rispettati, capisquadra che somigliano a veri e propri caporali, gestione dei turni in base a criteri discriminatori, rappresentanze sindacali inefficaci o addirittura inesistenti. Una prassi che determina condizioni di lavoro inaccettabili intorno alle quali dal 2008 ad oggi sono nate innumerevoli proteste e, grazie all’impegno del sindacato SI-Cobas e al sostegno di molte altre realtà solidali, un Coordinamento dei lavoratori delle cooperative in lotta.
Proprio dai cancelli di Esselunga partirà dunque il corteo del Primo Maggio a Pioltello, per terminare con una grande assemblea che vedrà la partecipazione di lavoratori delle diverse cooperative, precari della grande distribuzione, braccianti di Rosarno e operai di altri settori. Un’assemblea che darà spazio al confronto tra lotte diverse, tra condizioni lavorative, rivendicazioni possibili e percorsi di ricomposizione contro un sistema economico in crisi che continua a produrre sfruttamento e ricatto.

Programma della giornata
h. 14:00 concentramento per corteo davanti ai cancelli del polo Esselunga, Via Giambologna (Pioltello)
h. 16:30 assemblea-incontro-dibattito, Parco di via Cilea angolo via Mozart – quartiere Satellite (Pioltello)
h. 18:30 Festa popolare con animazione per bambini, maratona artistica con Alessio Lega, banchetti informativi: Storia del presidio Esselunga || No Tav || Presidio permanente Martesana No Tem || Palestina || Brigate di Solidarietà Attiva || Lavoratori del sociale Pioltello e molto altro … partecipano anche Walter Leonardi || Farenheit 451 Crew || Boggie Spiders ||  Il Babau e i maledetti cretini || Ciapa No


Appello per un 1° maggio di lotta a Pioltello
Di fronte all’offensiva padronale contro i lavoratori e le masse povere, è indispensabile costruire un’opposizione di classe al governo Monti, le cui basi concrete sono le lotte che centinaia di migliaia di proletari stanno facendo su tutto il territorio nazionale.
Lotte di resistenza per contrastare manovre economiche e sociali che puntano a far pagare l’intero costo della crisi alle classi subalterne, annientandone contemporaneamente diritti e conquiste storiche; lotte operaie dentro le quali matura la consapevolezza che non c’è alcuna speranza di difendere le proprie condizioni di vita, tantomeno migliorarle, affidandosi a organizzazioni istituzionali, politiche e sindacali, che, come sempre, concedono spazio alle controriforme del grande capitale.
Se queste lotte indipendenti dei proletari, rappresentano quindi l’unico vero baluardo di opposizione reale, bisogna ribadire che, per avere successo, dovranno intraprendere una battaglia per un’alternativa complessiva al sistema vigente, puntando apertamente ad un mondo senza sfruttamento, né oppressione.
Nella giornata simbolo della lotta operaia internazionalista contro la violenza del capitalismo, proponiamo una mobilitazione che rafforzi questa prospettiva, con una manifestazione a Pioltello, a partire dai cancelli di Esselunga che, da oltre sei mesi, sono teatro di una strenua battaglia di resistenza e a cui si sono collegati centinaia di operai immigrati di altre cooperative per sviluppare, a loro volta, vertenze, scioperi, picchetti e manifestazioni nei principali nodi della logistica lombarda ed emiliana.
Una manifestazione con cui vogliamo ribadire il sostegno alla lotta dei lavoratori dell’Esselunga, contro cui le istituzioni, si sono contrapposte ordinando un intervento militare per smantellare il presidio permanente; masoprattutto vogliamo cercare di generalizzare un laboratorio di lotta di classe che, a partire dall’azione diretta dei più sfruttati, sta incominciando a rappresentare un punto di riferimento per altri strati sociali colpiti dalla crisi, calpestati dalla violenza del capitalismo e che cercano di un’alternativa reale e credibile.
La manifestazione, dopo un corteo cittadino, sfocerà in una assemblea pubblica per terminare con una festa popolare nel quartiere degli operai immigrati, come occasione di confronto e socializzazione, capace di far emergere il valore strategico dell’unità e della solidarietà di classe che si costruiscono dal basso, e si autorganizzano, al calore del conflitto sociale contro i padroni e i loro alleati.

Promuovono, aderiscono, partecipano, intervengono…
SiCobas – Presidio Permanente Esselunga Pioltello – Coordinamento di lotta cooperative della logistica Milano e Piacenza – Centro Sociale Vittoria – Collettivo La Sciloria di Rhò – Arci Malabrocca Pioltello – Centro di Cultura Popolare di Seggiano – Asssociazione Mezzanine – Brigate di Solidarietà Attiva (con un intervento dei braccianti di Rosarno) – Spazio popolare “La Forgia” Crema – Csa Baraonda Segrate – Presidio Permanente Martesana No Tem – Sin.Base Genova – Coll. Lanterna Rossa di Genova – Associazione “Territorio e Società” Pioltello – Comunisti per l’Organizzazione di Classe (C.O.C) Combat – Falce e Martello – Giovani Comunisti Milano
Per adesioni: primomaggiopioltello@gmail.com



domenica 22 aprile 2012

[BSA NAZIONALE] la lotta non si arresta! Solidarietà ai compagni perugini

Le Brigate di Solidarietà Attiva esprimono la più profonda solidarietà e vicinanza umana alle 37 ragazze e ragazzi denunciati dalla Questura di Perugia per l’occupazione della stazione ferroviaria il 30 novembre del 2010, in occasione della giornata nazionale di mobilitazione contro la disastrosa riforma Gelmini.
Le denunce di Perugia si sommano ad un’ondata repressiva che da Padova a Firenze, da Teramo a Roma tenta di mettere in discussione in tutta Italia il diritto a manifestare. 
In una città tristemente nota alle cronache nazionali per le vicende legate al narcotraffico, chi dovrebbe occuparsi di sicurezza ritiene più utile perseguire chi lotta per il diritto universale allo studio e all’istruzione pubblica e gratuita; per questo la nostra vicinanza alle compagne  e ai compagni sta anche sul terreno della condivisione di una lotta comune, soprattutto oggi che la crisi avanza e miete vittime tra gli studenti, i precari, i pensionati. Facciamo nostro oggi lo slogan che accompagnava quelle imponenti mobilitazioni, ancora più di ieri, “noi la crisi non la paghiamo!”


PIU' STRINGERETE LE CATENE, PIU' CI AGITEREMO!
NO ALLA REPRESSIONE! LA LOTTA NON SI ARRESTA!

giovedì 19 aprile 2012

[BSA TOSCANA] per la riassunzione immediata di Sauro Certini! Contro la Riforma Fornero scegliamo di stare dalla parte dei lavoratori!


Qui potete trovare la storia di Sauro Certini:


Qui l'appello del Presidio: 
Il 27 di marzo 2012, Jean-Luc Laugaa , A.D. dell’azienda Gest (di proprietà della multinazionale Francese Ratp) che gestisce la Tramvia di Firenze, ma anche A.D. di  “Autolinee Toscane” (nella quale Ratp è socio unico), addirittura anticipando la riforma Fornero, ha licenziato in tronco il delegato Cobas aziendale richiamandosi alla “motivazione economica” (taglio di una linea).
Questo sarà l’utilizzo che faranno i padroni del “licenziamento economico” un sistema per liberarsi di lavoratori “scomodi”, lavoratori anziani o con contratti regolari per non riassumere nessuno o, bene che vada, con contratti di apprendistato fino a tre anni.

Perché questo sarà il futuro con la riforma del lavoro voluta da Monti e sostenuta da PD,PDL e Terzo Polo, un mondo di apprendisti, precari, di lavoratori senza più difese e senza più ammortizzatori sociali. 


Ma cosa c’è da aspettarsi da un governo, il quale nel poco tempo che è in carica ha già deciso che in pensione ci si andrà per miracolo e che il trattamento economico dei pensionati sarà sempre più di miseria; ha reintrodotto l’ICI per la prima casa; ha aumentato la tassa sui carburanti, l’IVA, le tariffe ferroviarie, elettriche e del gas; ha introdotto i ticket sulle ricette e aumentato quelli per esami e analisi; ha tagliato e liberalizzato servizi pubblici e sociali e ne ha rincarato il prezzo.

Per la riassunzione immediata di Sauro
In difesa dell’articolo 18
Contro la riforma Fornero
Contro la politica del Governo delle Banche


SABATO 21 APRILE 2012 ore 15
Presidio /volantinaggio
P.zza Stazione capolinea linea 1 della tramvia

Prime adesioni:
Conferedazione Cobas, Cub, Confederazione USB, SlaiCobas, Comitato contro la Privatizzazione di Ataf, Circolo PRC Gracci-Terracini Coverciano, perUnaltracittà- listadicittadinanza, Il collettivo politico di scienze politiche, Brigata di solidarietà attiva Toscana



Per adesione: cobasataf@gmail.com

martedì 17 aprile 2012

[BSA NAZIONALE] GIU' LE MANI DAI CASTELLI ROMANI! IL NO INC NON SI ARRESTA! MATTEONE LIBERO

Sabato pomeriggio, l'ondata repressiva ha colpito duramente i Compagni e le Compagne dei Castelli Romani, ad Albano Laziale: 43 denunciati ed un arresto, Matteone 17 anni.
Vi diranno che qualche decina di facinorosi si è scagliata violentemente contro la Polizia, vi diranno che L'inceneritore è cosa buona e giusta....
Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha annullato con una VERGOGNOSA sentenza la precedente decisione del Tar, dando il via libera alla realizzazione dell'inceneritore di Rocigliano.

Immediata la reazione degli abitanti. Sabato, a termine di una grande e partecipata manifestazione contro l'inceneritore ad Albano Laziale, le Forze dell'Ordine hanno concretizzato l'atteggiamento provocatorio mostrato fin dal primo pomeriggio, CREANDO AD ARTE DISORDINI, tagliando in due il corteo ed isolando con violente cariche i compagni che volevano deviare il percorso verso Via Appia, la resistenza dei manifestanti ha alimentato la macchina repressiva cannibale di ogni lotta.

Siamo vicini alla popolazione dei Castelli e a tutti quei compagni e compagne del NO INC che ogni giorno lottano e lotteranno contro un'opera inutile, dannosa per l'uomo e l'ambiente, un opera che legittimerebbe la volontà famelica e distruttiva di alcuni potenti su un intero territorio, un'opera che i militanti NO INC non hanno alcuna intenzione di concedere.

Contro L'incenerimento delle vite umane e dell'ambiente e contro la repressione
CON OGNI MEZZO NECESSARIO!!!
IL NO INC NON SI ARRESTA! MATTEONE LIBERO SUBITO!



BRIGATE DI SOLIDARIETA' ATTIVA-FEDERAZIONE NAZIONALE


QUI IL COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NO INCENERITORE DI ALBANO


giovedì 12 aprile 2012

Dalla terra alla grande distribuzione: il 14 e 15 aprile assemblea di rete all'ex Snia di Roma

Il 14 e il 15 Aprile all’ex Snia di Roma si riunirà per la quinta volta l’assemblea di rete di alcune realtà che si occupano di agricoltura, consumo critico, immigrazione e lavoro.

La nascita di questa rete risale all’estate scorsa: mentre i braccianti della Masseria Boncuri scioperavano a Nardò contro lo sfruttamento del lavoro nero e il ricatto del caporalato, il 13 Agosto a Palazzo S. Gervasio si è tenuta un’assemblea con l’intento di mettere in relazione braccianti di diverse zone del Sud Italia ma anche piccoli produttori, gruppi d’acquisto, collettivi, centri sociali, associazioni.

Tra le realtà presenti vi erano: Osservatorio migranti Basilicata, Associazione Michele Mancino (Palazzo S. Gervasio), Rete Equosud (Calabria), Associazione Africalabria (Rosarno), Osservatorio migranti Pigneto (Roma), Centro Sociale Ex-Snia (Roma), Assemblea permanente dei lavoratori di Rosarno a Roma, Centro sociale La Torre (Roma), Cgil Nazionale, Cgil (sindacato di strada di Rosarno), Brigate di Solidarietà Attiva, Braccianti in sciopero della masseria Boncuri, Gruppi di Acquisto Solidale, Centro sociale Ska (Napoli), Centro sociale Rialzo occupato (Cosenza).

Sulla spinta di quanto stava avvenendo in quei giorni alla masseria Boncuri (lo sciopero auto organizzato dei braccianti, la campagna ingaggiami contro il lavoro nero, il tentativo sperimentale di una diversa forma di accoglienza) e grazie all’incontro con i braccianti di Rosarno, l’assemblea si è sviluppata intorno al tema del lavoro e dello sfruttamento in agricoltura. L’idea di fondo era l’esigenza di riconnettere parti sociali che fino ad allora lavoravano separatamente, trovando coordinate comuni e condivise a partire dalle pratiche, per iniziare a co-costruire  un  percorso politico che fosse in grado di andare oltre l’antirazzismo etico e il consumo critico ed estendere la propria capacità di analisi e attivazione partendo dalla terra e dal lavoro agricolo fino ad arrivare alla grande distribuzione nel tessuto urbano.

Si è così deciso di dar vita ad un lavoro di rete volto all’ampliamento della rete stessa e al radicamento nei territori di riferimento delle singole realtà, a partire dalla partecipazione alla manifestazione nazionale del 15 Ottobre, dove la rete ha organizzato uno spezzone che vedeva in testa braccianti provenienti da Rosarno, Castel Volturno, Foggia, Palazzo S. Gervasio e Nardò.

Nei mesi successivi la rete si è allargata grazie alla partecipazione di altri soggetti, l’associazione Finis Terrae onlus (Puglia), i produttori del circuito Genuino Clandestino (Bologna, Viterbo e altri) e numerosi altri gruppi d’acquisto. Si è provato a progettare iniziative condivise sul territorio: casse di resistenza attivate dai GAS a sostegno delle lotte bracciantili, inizitive di sensibilizzazione in occasione del secondo anniversario della rivolta di Rosarno (7 Gennaio), allargamento della campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero” da Nardò a Rosarno, apertura di due tavoli istituzionali ai Ministeri dell’Agricoltura e dell’Interno per denunciare insieme le condizioni di sfruttamento dei braccianti nelle campagne del Sud e la sempre maggiore difficoltà dei piccoli produttori nel far fronte alla crisi e tante altre iniziative.

La prossima assemblea sarà dunque momento di bilancio e consolidamento della rete stessa, che si riunirà per discutere il seguente ordine del giorno:

1.       Aggiornamenti da Rosarno: com’è andata la stagione, racconto e valutazioni sull’esperienza di “Africalabria – uomini e donne senza frontiere, per la fraternità”; valutazioni su come sta andando la campagna SOS Rosarno (anche con le opinioni dei gruppi cittadini che vi hanno partecipato).

2.       Aggiornamenti da Cassibile: possibilità di partecipare alle loro prossime iniziative, adesione alla campagna Ingaggiami.

3.       Ipotesi di lavoro per la prossima stagione di raccolte estive:
-  ci sarà anche quest’anno la Masseria Boncuri? Come la rete potrebbe supportare l’esperienza?
-   proposte delle BSA e di Finis Terrae al di là della gestione del campo di Nardò, in altri territori: come interagire con questi progetti?
-   Ipotesi di lavoro sindacale proposta da Yvan Sagnet della Flai-Cgil: come supportarla?
-   Il ruolo dei gruppi cittadini e centro-settentrionali (Centri sociali, Gas, comitati vari) nel lavoro della prossima estate.

4.       Discussione dei punti “politici” su cui ancora non si è trovato un accordo: ad esempio dibattito sulla certificazione di eticità sociale-lavorativa.

5.       La vertenzialità politica: aspettative, risultati, considerazioni sui tavoli di trattativa ministeriali.

L’invito è rivolto a tutti!

Il contributo delle BSA alla rete:
http://www.senzasoste.it/interventi/a-livorno-lassemblea-nazionale-delle-brigate-di-solidarieta-attiva-il-report

martedì 10 aprile 2012

Reti di autorganizzazione contro la crisi. Report dell'assemblea all'ex caserma occupata di Livorno


tratto da senzasoste.it
http://www.senzasoste.it/livorno/a-livorno-lassemblea-nazionale-delle-brigate-di-solidarieta-attiva-il-report

bsa_nazionale_livornoÈ nell’accogliente dinamismo della ex-caserma occupata a Livorno che si è svolta, da venerdì 6 a domenica 8 Aprile, l’ottava assemblea nazionale delle Brigate di Solidarietà Attiva, che ha visto i briganti di diversi territori italiani riunirsi per discutere collettivamente il futuro sviluppo della campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero” e per delineare la possibile partecipazione nel processo di costruzione di una lega dei braccianti del XXI secolo.

Dall’Aquila ad oggi le BSA hanno sviluppato un percorso politico che nasce dalle pratiche per sperimentare un approccio di intervento concreto in risposta alle emergenze ambientali, sociali e politiche. Intervenire con progetti pratici dentro situazioni specifiche permette di costruire modelli puntiformi di esperienze di autorganizzazione, che sono funzionali dentro contesti contingenti, ma che possono rappresentare una risposta pratica dentro il contesto più generale di crisi economica.


La maturazione dell’esperienza delle BSA si sviluppa dall’Aquila a Lampedusa per contrastare la crescente repressione dei flussi migratori come fabbrica di clandestinità e strumento di controllo dei corpi. Passa poi per l’alluvione che ha coinvolto Liguria e Toscana consolidando un modello d’intervento autorganizzato e contrapposto all’utilizzo dell’emergenza come stato d’eccezione, che sospende lo stato di diritto al fine di annientare le coscienze individuali e prostrare la collettività alla strategia della massimizzazione del profitto.

Anche la recente crisi economica si svela quale utile emergenza da gestire sempre allo stesso modo, con l’obiettivo di sospendere progressivamente i diritti del lavoratore anche nei paesi del sedicente mondo sviluppato. È dentro il contesto della crisi del lavoro che le pratiche messe in atto dalle BSA nell’ambito del lavoro agricolo intendono costruire spazi critici di autorganizzazione con lo scopo di supportare e favorire processi di emancipazione e rivendicazione conflittuale.

A Nardò, in Puglia, partire dal segmento bracciantile, uno degli ultimi anelli della catena di sfruttamento globale, ha significato da un lato mettere in luce le contraddizioni politiche e istituzionali, ma soprattutto ha permesso di sviluppare attraverso spazi di coesione sociale percorsi di riconoscimento dei braccianti stessi come manodopera sfruttata e di superare le barriere etniche e delle diverse condizioni lavorative riducendo il livello di marginalizzazione e ricattabilità. Il modello di accoglienza della Masseria Boncuri si poneva in contrasto con la gestione normalizzante istituzionalizzata del fenomeno migratorio, spostando l’asse di intervento sul lavoro e non sull’aspetto umanitario di accoglienza diffusa e coatta. La pratica dell’accoglienza autorganizzata ha permesso di intervenire sugli aspetti più materiali della ricattabilità della condizione bracciantile, scardinando il principio dell’antirazzismo etico e riaffermando invece la necessità di una ricomposizione sociale interetnica dei lavoratori, che si è infatti dimostrata in grado di esercitare potere contrattuale direttamente contro il sistema del caporalato e indirettamente contro quello delle aziende agricole e della grande distribuzione organizzata. Il piano della rivendicazione si è svelato così dentro un processo di autorganizzazione e la presa di parola diretta da parte dei braccianti stessi assume un potenziale conflittuale replicabile, al di là dello sciopero messo in atto nell’agosto 2011, ed in espansione in altri territori.

Seguendo la forza lavoro mobile che si sposta a seconda delle raccolte nelle campagne del meridione e grazie al progressivo ampliamento della rete di relazioni tra braccianti e parti sociali che operano nei diversi territori è possibile consolidare una forma di partecipazione diretta ed una ricomposizione sociale in cui sviluppare pratiche collettive conflittuali e politicamente trasversali. Su questo piano le BSA stanno costruendo la propria progettualità politica e concreta a livello nazionale.

bsa_logoA Rosarno e nel contesto generale della Piana di Gioia Tauro si svela in tutta la sua necessità l’ampliamento della critica politica allo sfruttamento del sistema economico neoliberista non solo in agricoltura, ma sul territorio in generale. Diversamente dai grandi latifondi di Nardò, a Rosarno la crisi del settore agricolo coinvolge numerosi piccoli produttori traducendosi in un progressivo abbandono delle terre o nell’acuirsi delle condizioni di sfruttamento imposto dai circuiti della grande distribuzione. Tutto questo si somma a decenni di depauperamento del territorio, speculazione edilizia e disoccupazione che costituiscono un contesto d’intervento piuttosto complesso.
La nostra pratica in Calabria è così cominciata dal contribuire all’ampliamento di circuiti di distribuzione alternativi già in atto, seppur con valenza simbolica e nella consapevolezza che questa pratica non costituisse un obiettivo politico fine a se stesso. Rideclinare qui la campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero” ci ha permesso di consolidare i rapporti con le diverse realtà già autorganizzate che lavorano sul territorio, ma anche di espandere la rete di contatti a livello nazionale a partire dalla pratica specifica della distribuzione di arance calabresi.

Nell’ottica di un processo di autorganizzazione che tenga insieme braccianti e piccoli produttori, collettivi politici e gruppi d’acquisto, la rete che si riunirà nuovamente il 14 e il 15 Aprile all’Ex Snia di Roma rappresenta uno spazio importante e stimolante di costruzione collettiva di un percorso politico trasversale, dove le rivendicazioni relative all’accesso alla terra, alla sovranità alimentare e soprattutto la contrapposizione allo sfruttamento del lavoro possano trovare declinazioni pratiche condivise e partecipate.

Partendo dalla crisi dell’agricoltura le BSA mantengono la visione prospettica di ricomposizione delle lotte in diversi settori economici e territori. Di fronte alla crescente destrutturazione economica e sociale, alla precarizzazione ed abbassamento dei costi del lavoro, alla privatizzazione ed alla speculazione finanziaria che violano sistematicamente e con forme sempre più smascherate ogni residuo di giustizia sociale ed equità, ci proponiamo di estendere progressivamente la nostra partecipazione al processo di autorganizzazione dal basso in più settori del sistema produttivo.
La struttura federata delle BSA è a disposizione come base per sviluppare il sostegno concreto alla ricomposizione ed allo scambio tra le numerose realtà attualmente attive nel contrastare le diverse forme di sfruttamento del lavoro e del territorio.

Brigate di Solidarietà Attiva
10 aprile 2012

[bsa nazionale] la campagna "ingaggiami contro il lavoro nero" si allarga


S. O. S.    CASSIBILE
Ormai da settimane numerose decine di migranti sono arrivati a Cassibile per la raccolta delle patate; nei prossimi giorni ne arriveranno, come ogni anno, diverse centinaia.  Per "accoglierli" é in allestimento una tendopoli,  gestita ancora una volta dalla CRI, che potrà ospitare da 120 a 150 migranti; anche quest’anno sarà costruita proprio a ridosso dell’uscita dell’autostrada, spianando un’area e tagliando alberi. Per raggiungere Cassibile i migranti dovranno attraversare 2 svincoli dell’autostrada e percorrere oltre un km con grave rischio, soprattutto la sera, per la loro incolumità; l’importante è che si facciano super sfruttare lavorando in silenzio e si rendano poco visibili in paese. La stragrande maggioranza dei migranti, che non troverà posto nella tendopoli, sarà costretta ad arrangiarsi a dormire in casolari diroccati, senza acqua e luce, nutrendosi soprattutto di patate.
Da anni si aspettano le ultime settimane per provvedere ad un’accoglienza, sempre d’emergenza e solo per un centinaio di migranti “regolari”; una regolarità pretesa per offrire loro un posto letto, ma ignorata quando si tratta delle garanzie contrattuali e delle tutele sindacali. E’ drammatico che ciò si ripeta ogni anno in una terra dove 44 anni fa ci furono eroiche lotte bracciantili che riuscirono a debellare a livello nazionale le piaghe delle gabbie salariali e del caporalato. La stragrande maggioranza dei migranti venuti a Cassibile sono in regola con il permesso di soggiorno: vi sono rifugiati, in attesa di rinnovo, da poco licenziati, richiedenti asilo; ma non potendo lavorare nel rispetto delle norme contrattuali sono spinti verso il lavoro irregolare con il rischio di perdere il permesso di soggiorno, grazie a vergognose leggi razziali come la Bossi-Fini ed il “pacchetto sicurezza”.
Da una decina di giorni si susseguono i controlli notturni da parte della locale stazione dei carabinieri e queste retate a volte si concludono con violenze ai danni dei migranti e la contestazione di “invasione di terreni o edifici e danneggiamento”; certo lo stato deve dimostrare la sua forza con i deboli, peccato che sia quasi sempre debole con i forti.
---Perché non si controlla a monte chi compie il reato di caporalato?
---Perché non si applica la direttiva europea (n.52 del 18/6/’09 ),che concede il permesso di soggiorno a chi denuncia chi sfrutta il lavoro nero?
---Perché ci si accanisce con chi non ha il permesso di soggiorno. criminalizzandolo, quando  invece ci sono tante ditte che evadono i contributi ed ingrassano i caporali?
---Perché non si individuano e perseguano le ditte che commercializzano le patate provenienti da Francia, Egitto, Israele (conservate grazie all’illegale uso di antigermogli e di prodotti secca tutto), spacciandole per prodotti locali?
Il principio di “Uguale salario per uguale lavoro” o diventa la bussola dell’associazionismo antirazzista e del sindacalismo conflittuale o la differenziazione etnica dei salari (quest’anno oscillano da 30 a 40 euro al giorno) può innescare fratricide guerre fra poveri, contrapponendo lavoratori italiani ai migranti, e fra gli stessi migranti di diverse nazionalità, soprattutto in presenza dell’attuale devastante crisi economica; l’esemplare esperienza dell’estate scorsa aNardò ha dimostrato che i migranti riescono ad autorganizzarsi ed a lottare per i propri diritti nelle campagne, anche grazie al sostegno dell’associazionismo antirazzista. Aderiamo alla campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero”, promossa l’anno scorso dalle brigate di solidarietà attive proprio a Nardò, sostenendo la promozione di un presidio di tutela dei diritti dei migranti e rilanciamo l’appello ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), ai GAP ed alle esperienze di consumo critico a sostenere la campagna di acquisto delle patate socialmente eque,  prodotte dalle ditte che rispettano le norme contrattuali.



Ct 9/4/2012                   Rete Antirazzista Catanese via Caltanissetta 4
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