giovedì 29 marzo 2012

solidarietà ai compagni dei Magazzini popolari di Casalbertone: contro il fascismo con ogni mezzo necessario


Le Brigate di solidarietà attiva esprimono la più profonda solidarietà ai compagni aggrediti dai fascisti del Circolo Futurista, struttura interna a Casapound Roma, mentre si trovavano all'interno dei Magazzini Popolari di Casalbertone. Armati di caschi e bastoni i “camerati” hanno cercato di entrare nello spazio sociale e distruggere tutto: pronta la reazione dei due compagni, avvisati anche dagli abitanti del quartiere. I fascisti si sono trovati nell'impossibilità di entrare nei Magazzini mentre gli abitanti del palazzo lanciavano grida e oggetti dalle finestre contro di loro. Chiaro il comportamento complice della polizia, che non è intervenuta e ha invece identificato i compagni aggrediti.
Idem poche ore dopo, quando il corteo spontaneo nato dal presidio antifascista chiamato nel quartiere in reazione alla violenza squadrista dei fascisti, è stato aggredito con sassi e bombe carta e la polizia è rimasta inerte ad osservare la scena.
Chiaramente in questo caso polizia e fascisti si sono dimostrati alleati in questa faccenda, cosa che rende evidente come la “non conformità” di cui si fregiano i fascisti sia in realtà fumo negli occhi che nasconde la loro subalternità alla borghesia e allo stato: ora che maggiormente c'è bisogno di reprimere chi lotta contro il governo delle banche e dei padroni i fascisti alzano il capo, evidentemente protetti da una certa immunità , del tutto utili al sistema e usati strumentalmente (forse con loro sommo piacere di poter sfogare i propri istinti animaleschi). Ribadiamo ancora una volta che i fascisti non devono godere di nessuno spazio di agibilità politica, non devono avere sedi, non devono avere possibilità di organizzarsi: di fronte però all'evidente complicità delle istituzioni non possiamo che cercare di organizzare una forte reazione popolare che schiacci il fascismo ovunque si annidi, dalla fabbrica alla scuola al quartiere. 

CONTRO IL FASCISMO CON OGNI MEZZO NECESSARIO
BRIGATA TOSCANA

domenica 25 marzo 2012

[BSA TOSCANA] ricordando l'eccidio di Campo di Marte a Firenze



RICORDARE LA RESISTENZA DI IERICOMBATTERE IL FASCISMO DI OGGI



Il 22 marzo cade il 68esimo anniversario dell'eccidio di Campo Marte. Quel giorno del 1944, 5 contadini mezzadri poco più che ventenni, del Mugello, Antonio Raddi, Guido Targetti, Leandro Corona, Ottorino Quiti, Adriano Santoni, furono fucilati perché accusati dal regime fascista di aver disertato la chiamata di leva. I 5 furono arrestati e condotti nella zona popolare di Campo Marte dove ad attenderli trovarono il plotone d'esecuzione e alcune centinaia di loro coetanei costretti dal regime fascista ad assistere affinché l'evento fosse per loro un monito indelebile. L'esecuzione fu terribile tanto che addirittura alcuni soldati del plotone esitarono mancando i ragazzi condannati oppure ferendoli senza ucciderli: fu Mario Carità, il torturatore fascista di Villa Triste, a freddarli con un colpo alla testa.

Da vent'anni ormai il revisionismo storico portato avanti da partiti, mass media e istituzioni, in nome di una falsa pacificazione nazionale, tenta di riabilitare il fascismo, recuperando in chiave nazionalista e strumentalizzandolo, il falso mito delle foibe; equiparando i repubblichini ai partigiani e screditando figure simboliche della Resistenza come Bruno Fanciullacci, Giuseppe Martini (“Paolo”) e altri gappisti fiorentini. In questo quadro sono attaccati i valori ed il significato della Resistenza Antifascista -quanto mai attuali in questa fase di crisi sociale, politica ed economica - nella quale gli attacchi ai diritti di lavoratori, studenti e pensionati, la propaganda razzista e anticomunista, sono le risposte autoritarie che il capitalismo ha già messo in atto in altre fasi della storia. Un quadro in cui vecchi e nuovi fascisti, forze dell'ordine e istituzioni sono fautori di un clima che ormai da tempo in città si fa sempre più teso: dalla strage fascista contro lavoratori senegalesi del 13 dicembre scorso, in piazza Dalmazia e a San Lorenzo, alle più recenti aggressioni razziste; dalle morti nelle celle di sicurezza della Questura alla costante repressione subita da tutti coloro che si organizzano e lottano per un futuro migliore. Anche per questo ribadiamo l’intenzione di lavorare nella prospettiva di chiudere tutte quelle sedi fasciste che si presentano sotto diverse sigle: da Casaggì a Casa Pound – tutelate dal PdL, tollerate dai partiti di centrosinistra e dalle istituzioni – in quanto covi di odio razzista, cultura reazionaria e apologia di fascismo.
Come Firenze Antifascista siamo impegnati da tempo nell'organizzazione di iniziative, dibattiti, cortei e momenti di socialità, per riaffermare i valori della Resistenza e dell'Antifascismo rivendicando la scelta di quei giovani (quella sì che era la meglio gioventù) che non chinarono la testa e scelsero di entrare a far parte delle Brigate Partigiane sulle montagne o dei GAP in città. Rendendo attuale la scelta di tutti coloro che collaborarono alle azioni partigiane come avvenne in S. Frediano quando, all'indomani dell'11 agosto del 1944, giorno della Liberazione di Firenze, i cittadini lasciarono le porte dei condomini aperte per permettere ai partigiani di catturare i franchi tiratori.
Ricordare l'eccidio di Campo Marte significa proprio non relegare a quei giovani a momenti puramente commemorativi, ma restituirli alla memoria collettiva viva nella quotidianità di compagni e compagne che continuano a portare avanti oggi la stessa lotta contro il fascismo e lo sfruttamento.
Per questi motivi invitiamo tutti coloro che si riconoscono nei valori dell'antifascismo e nella necessità di riaffermarli, a mobilitarsi e partecipare a due importanti iniziative: rendere omaggio ai Martiri di Campo Marte sabato 31 marzo nei giardini adiacenti viale Malta dalle ore 14.00 alle 20 e a quella del 25 Aprile in piazza Santo Spirito.

BRIGATA TOSCANA, FIRENZE ANTIFASCISTA

mercoledì 21 marzo 2012

sgomberato il presidio di Pioltello: solidarietà ai lavoratori in lotta delle cooperative esselunga

solidarietà ai lavoratori del presidio esselunga di Pioltello. Ancora una volta l'arroganza del padrone si allea con la violenza dello Stato. I soldi raccolti per i lavoratori del presidio di Pioltello dalla Brigata Toscana oggi hanno un valore ancora maggiore. 
Alcuni vigili urbani, decine di Poliziotti e Carabinieri, e una ruspa, si sono presentati questa mattina al presidio dei lavoratori precari di Pioltello e lo hanno spianato. Stasera assemblea cittadina.
Questa mattina è scattato a Pioltello lo sgombero del presidio che i lavoratori della Esselunga stavano realizzando da tempo, insieme a picchetti, presidi e cortei molto partecipati.
Mentre dal presidio partiva l'allarme sgombero, dopo l'arrivo sul posto di un consistente contingente di Poliziotti in assetto antisommossa, i celerini hanno circondato il picchetto impedendo a tre lavoratori immigrati che vi partecipavano di poter uscire e ad altri lavoratori che accorrevano di poter passare. Neanche ad un avvocato designato dai lavoratori sarebbe stato permesso di passare. Alla fine le strutture montate mesi fa dai manifestanti - gazebo, tende e pannelli - sono state distrutte e il presidio è stato transennato. I vigili, spalleggiati da parecchie decine di agenti di Polizia e Carabinieri, sono arrivato sul posto con una ruspa, che gli ha permesso di spianare il presidio in pochi minuti. Ufficialmente con la scusa della "mancanza di igiene all’interno del presidio e a tutela della sicurezza per la presenza di bombole a gas". Secondo il sindacato Si.Cobas "la decisione è maturata ieri sera grazie a un'ordinanza firmata dal sindaco del PD, Concas, già protagonista nel recente passato di eroiche imprese contro i bambini rom della zona, nonchè di pressioni sulla prefettura affinchè venisse rimosso il presidio di Pioltello".
I lavoratori, immigrati e non, i rappresentanti di alcuni sindacati di base e gli attivisti di alcuni collettivi studenteschi e di alcuni centri sociali arrivati sul posto dopo l'inizio dell'intervento delle forze di sicurezza - "Vittoria" e "Baraonda" - hanno deciso di indire una assemblea a Pioltello per questa sera, dalle ore 21.00, per discutere come reagire allo  sgombero di oggi del presidio e come proseguire la lotta per la stabilizzazione e l'assunzione dei precari.
da www.contropiano.org

giovedì 8 marzo 2012

[BSA TOSCANA] corteo antirazzista sabato 10



Nella Firenze del 2012, se sei migrante, rischi di entrare in questura per un semplice fermo e uscirne cadavere.
Nella Firenze del 2012, se sei migrante, rischi di essere picchiato e minacciato, pistola alla mano, da esaltati tutori dell'ordine fuori servizio.
Nella Firenze del 2012, se sei migrante, ogni semplice controllo del permesso di soggiorno può costare schiaffi e umiliazioni.
Nella Firenze del 2012, se sei migrante, puoi essere aggredito a sprangate in piena notte addirittura dentro le porte di casa tua.
Nella Firenze del 2012, se sei migrante, rischi di essere ammazzato come un cane sull'asfalto mentre cerchi di lavorare per sopravvivere.

Questa è la realtà che gli avvenimenti degli ultimi tre mesi raccontano. Un lasso di tempo breve, denso però come non mai: non si ricorda in questa città, a memoria d'uomo, un periodo altrettanto nero per quanto riguarda le violazioni del rispetto dell'altro e del diverso. Una serie di soprusi, angherie, violenze che concorrono a confermare quella che, da semplice ipotesi, è divenuta verità oggettiva: gli omicidi razzisti e fascisti di Piazza Dalmazia non erano che la punta di un iceberg molto più voluminoso. Più volte abbiamo denunciato le responsabilità istituzionali e politiche, più volte abbiamo affermato che fatti del genere sono le degenerazioni di una malattia cronica dell'organismo sociale, che come tale va affrontata e sconfitta. Campanelli di allarme rimasti inascoltati, al di là delle lacrime di coccodrillo istituzionali.

Sentire ancora parlare di responsabilità individuali, di mele marce e di tutte le altri componenti di un limitato repertorio di ipocrisia, adesso più che mai sembra veramente un'offesa al buon senso. L'atmosfera fiorentina è diventata pesante ed oppressiva: da una parte il costante, scientifico incremento della violenza razzista, poliziesca e non; dall'altra un'indifferenza cittadina che ne garantisce l'impunità, amplificandone le conseguenze. In mezzo, stritolati dagli ingranaggi di tale meccanismo, tutti coloro abituati a vivere in prima persona la città, siano essi migranti o autoctoni. La componente migrante in particolare, fragile e ricattabile in relazione al suo status, si trova in difficoltà nel leggere la situazione, preferendo spesso non denunciare piccoli grandi soprusi ormai divenuti parte della quotidianità.

Quello che dobbiamo fare, dal primo all'ultimo, è dimostrare di non avere paura, dimostrando così a chi ci sta intorno che è opportuno non averne. Soltanto così le intimidazioni cadono nel vuoto, e la violenza subita si trasforma nel motore che dà vita a nuove consapevolezze e nuove rivendicazioni. Solo rompendo il muro di omertà e di timore possiamo riuscire a ribaltare le circostanze, in modo che il "controllore" venga a sua volta sorvegliato dal vigile occhio della comunità, e ne tema la reazione. Solo fornendo risposte antirazziste dal basso possiamo cercare di recuperare una città che, ormai alla deriva, sta puntando verso la peggiore delle direzioni.

CORTEO ANTIRAZZISTA SABATO 10 MARZO, PIAZZA DALMAZIA ORE 15

Movimento di Lotta per la Casa, Assemblea rifugiati politici somali, eritrei ed etiopi, CSA nEXt Emerson, Brigate di Solidarietà Attiva Toscana


domenica 4 marzo 2012

FIRENZE: Continuano le aggressioni contro i cittadini Somali

Un'altra barbara aggressione torna ad insanguinare Firenze e soprattutto la vita di quattro rifugiati politici somali. Ad una settimana esatta di distanza dall'irruzione, con annesso pestaggio, al centro Paci da parte di due ufficiali di polizia fuori servizio, un altro fatto, forse ancora più pericoloso, vede suo malgrado protagonista la comunità somala.

Nella notte di sabato 3 marzo il Centro interculturale autogestito Kulanka, in via Luca Giordano, è stato oggetto di una vera e propria spedizione punitiva, culminata nel ferimento di quattro occupanti, di cui uno tutt'ora ricoverato in ospedale con traumi di vario tipo. La dinamica dei fatti è l'unica cosa chiara di questa vicenda: prima veniva aggredito un somalo che, sulla porta di ingresso, stava parlando a telefono (le botte sono state precedute da frasi inequivocabili come "sporco negro" e non solo), poi è avvenuta l'irruzione all'interno, con tanto di porta scassinata, ed il pestaggio spranghe e martelli alla mano degli altri somali capitati a tiro. Gli aggressori, due uomini ed una donna, che a quanto sembra ha fermato gli altri a "lavoro" completato, sono poi fuggiti su una grossa macchina scura.

Poco dopo un SUV rubato viene intercettato dai carabinieri in zona Isolotto. Ne nasce un inseguimento rocambolesco, prima sulla strada e poi a piedi, in cui un carabiniere rimane ferito alla gamba da un colpo di pistola. Gli occupanti del veicolo risultano essere due uomini, riusciti a fuggire, ed una donna bionda di cittadinanza polacca, attualmente in stato di fermo. Sull'auto vengono rinvenuti attrezzi da scasso e merce rubata. Appare a questo punto evidente che i fuggitivi non potevano che essere gli autori del precedente raid.

Gli inquirenti hanno quindi immediatamente messo in collegamento gli avvenimenti con noncuranza, come se le due cose rappresentassero la naturale sequenza della notte lavorativa di malviventi di professione.

Sono troppi gli interrogativi che una dinamica dei fatti come questa porta alla luce, anche in relazione a ciò che è accaduto appena una settimana prima. In attesa di conoscere l'evoluzione della vicenda e di decidere collettivamente, come Movimento di lotta per la Casa nella sua totalità, come gestire l'aspetto pubblico della vicenda, ci sentiamo in dovere di fare qualche puntualizzazione.

NON si è trattato di un regolamento di conti, come già si legge su qualche giornale, che fa riferimento ad ipotetici screzi tra comunità migranti. La medesima notizia era stata divulgata immediatamente dopo gli omicidi razzisti di piazza Dalmazia, salvo poi scoprire che la realtà era tragicamente diversa. Questa mistificazione abituale deve terminare, perchè, lo ripetiamo, non si è trattato di un regolamento di conti ma di una violentissima e mirata spedizione punitiva!

Le nostre ipotesi sull'accaduto non tarderanno ad essere discusse e socializzate. Nel frattempo, non rimane che constatare con amarezza estrema la progressiva e costante escalation di odio che si respira in città. Firenze, a quanto pare, non riesce ad essere un rifugio ed un punto di riferimento sicuro per nessuno, nemmeno per coloro che fuggono da un sanguinoso passato di guerra.

Movimento di lotta x la casa Firenze