B.S.A. NAZIONALE
In
lotta al fianco di braccianti e piccoli produttori che resistono!
ARANCE
DI ROSARNO
4
anni fa la rivolta a Rosarno, dopo l'ennesimo tentativo di linciaggio
a due braccianti africani. Ogni anno migliaia di schiavi della terra
vivono e lavorano in condizioni disumane e ogni anno, da ottobre ad
aprile, vengono sfruttati all'inverosimile fino a non ricevere, in
alcuni casi, la paga. Rosarno come Castel Volturno, Palazzo san
Gervasio, Foggia, Nardò, Saluzzo, Potenza e non solo.. Ghetti e
sfruttamento: questo il capitalismo nelle campagne, la filiera
italiana dello sfruttamento, che porta il made in italy sugli
scaffali del mondo e garantisce i profitti a Carrefour, Esselunga,
Coop. La GDO stabilisce il prezzo di acquisto ai produttoi, un prezzo
ricatto che le medie-grandi imprese sostengono con l'abbattimento dei
costi di manodopera, con lo sfruttamento, il lavoro nero e grigio, il
caporalato e la criminalità organizzata a dettar legge. Questo nei
campi come nei magazzini della logistica. I piccoli produttori e i
contadini invece sono costretti a vendere la terra o buttare i
raccolti.
Noi
vogliamo altro! Vogliamo rompere le catene della schiavitù e dello
sfruttamento. Vogliamo riprenderci i campi, per coltivare uguaglianza
e integrazione! Vogliamo creare circuiti di distribuzione alternativi
a prezzi equi e criteri etici: questa non è di certo la soluzione al
problema (che richiede un cambiamento radicale di sistema), ma
sicuramente è parte integrante della costruzione di un fronte di
resistenza allo strapotere del mercato e allo sfruttamento.
Per
questo anche quest'anno abbiamo deciso di distribuire tramite un
canale del tutto autorganizzato i prodotto di “SOS-ROSARNO”,
aiutando i piccoli produttori che ne fanno parte a sopravvivere e
autofinanziandoci, con un piccolo rincaro, gli interventi a fianco
dei braccianti.
Ormai
da tre anni le Brigate di Solidarietà Attiva fanno parte della Rete
“Campagne in lotta”, nata come coordinamento nazionale tra realtà
autorganizzate che provenivano dalle due esperienze della rivolta di
Rosarno e dello sciopero di Nardò. Per costruire un fronte
rivendicativo autorganizzato di braccianti stranieri e non, nella
consapevolezza che il razzismo altro non è che un tentativo ipocrita
di scatenare una guerra tra poveri per le briciole, nella
consapevolezza che la legge Bossi-Fini altro non è che una legge su
lavoro per avere manodopera ricattabile e a basso costo. Interventi
in loco a Rosarno, Foggia, Potenza, Saluzzo, con una radio pirata nel
Ghetto di Foggia, una scuola di italiano centrata sui diritti del
lavoro, numerose assemblee di lavoratori e disoccupati, in questi
anni la Rete stessa si è allargata anche grazie a chi sostiene le
nostre attività acquistando arance e clementine.
RETE
CAMPAGNE IN LOTTA
L’Europa
impone il suo diktat all’uomo.
All’uomo
nero impone di piegarsi,
all’uomo
bianco le festività e la civiltà.
(Ibrahim
Diabate)
Un
gruppo di lavoratori italiani e stranieri, militanti, collettivi,
ricercatrici e ricercatori, gruppi di acquisto solidale, piccoli
produttori ed altri ancora, provenienti da diverse parti d’Italia,
che hanno deciso di unire i propri percorsi di lotta – dalla
rivolta degli immigrati a Rosarno (gennaio 2010) con la successiva
formazione dell’Assemblea dei Lavoratori Africani a Roma, allo
sciopero delle rotonde nelle province di Caserta e Napoli (ottobre
2010), a quello dei braccianti della Masseria Boncuri di Nardò nel
basso Salento (estate 2011). L’obiettivo comune è quello di
scardinare i meccanismi di sfruttamento che attraversano l’intero
mercato del lavoro, a partire dal settore agricolo. Nel corso del
tempo la Rete Campagne in Lotta è cresciuta e si è arricchita,
mettendo in relazione tra loro esperienze e territori diversi da nord
a sud: i braccianti e militanti di Saluzzo e di Castelnuovo Scrivia,
in Piemonte, con quelli di Rosarno, della Basilicata, della
Capitanata. Nell’estate 2012 la Rete ha condiviso la sua prima
esperienza collettiva portando il suo contributo al progetto “Io Ci
Sto” nel Grand Ghetto di Rignano Garganico (provincia di
Foggia), uno dei più grandi insediamenti “abusivi” di tutta la
Capitanata. La scuola di italiano, la ciclofficina, la radio
“pirata”, lo sportello legale ed i momenti di incontro su diverse
tematiche (ad esempio la sanatoria) sono le pratiche portate avanti,
per circa due mesi, da militanti-volontari, con l’obiettivo di
informare i lavoratori rispetto ai minimi diritti a cui possono avere
accesso, sul lavoro e non solo, e di costruire forme di
organizzazione collettiva attraverso spazi di discussione liberi. Le
pratiche sperimentate nel corso di questa prima esperienza sono state
poi riprodotte e rimodulate in altri territori, sempre caratterizzati
da una forte presenza di lavoratori stagionali e non – la Calabria,
così come il Piemonte e la Basilicata. ù