Stop Agrexco Italia ha il piacere di condividere con voi la notizia che l'esportatore israeliano, oggetto della nostra campagna, è stato messo in liquidazione, pagando anche il prezzo della complicità con la violazione del diritto internazionale. Ringraziamo tutte e tutti che hanno sostenuto la campagna in Italia. Seguiremo con attenzione, insieme alla Coalizione Europea Contro Agrexco, gli sviluppi della vendita dell'Agrexco, ma per ora festeggiamo questa notizia positiva!
Di seguito la traduzione del comunicato stampa del Comitato Nazionale Palestinese per il Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni, che si trova anche sul nostro sito: http://stopagrexcoitalia.org/news/262-agrexco-liquidazione.html.
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La società civile palestinese accoglie con favore la notizia che Agrexco va in liquidazione, e invita a celebrare questa vittoria della campagna BDS
Gli attivisti per i diritti dei palestinesi festeggiano la notizia che Agrexco, il più grande esportatore israeliano di prodotti agricoli che è stato un obiettivo chiave del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) a sostegno dei diritti dei palestinesi, va in liquidazione su ordine del tribunale dopo non essere stato in grado di pagare i propri creditori.
Agrexco, in parte di proprietà dello Stato israeliano, è responsabile dell'esportazione di gran parte dei prodotti agricoli freschi israeliani, tra cui il 60-70% dei prodotti agricoli coltivati negli insediamenti illegali di Israele nei Territori Palestinesi Occupati (OPT). Nella traduzione dei documenti del tribunale sul processo di liquidazione ottenuta dal BNC, è chiaramente indicato che Agrexco ha agito come una filiale dello Stato di Israele, di fatto fornendo sussidi statali al settore agricolo. I documenti includono critiche al governo per aver consentito all'azienda il default sul proprio debito e avvertono anche che Agrexco è un simbolo primario di Israele e che il suo crollo potrebbe avere grandi implicazioni.
"Ci congratuliamo e salutiamo calorosamente i nostri partner europei per la loro campagna dedicata e determinata contro l'Agrexco. Questa decisione segue la notizia che Veolia, multinazionale francese che ha perso miliardi di euro in contratti municipali a causa della sua fornitura di infrastrutture per gli insediamenti illegali israeliani, è di fronte a un crollo finanziario. Chiaramente, il movimento BDS sta maturando e fa alzare il costo della complicità aziendale con i crimini di guerra israeliani. Campagne BDS strategiche stanno dimostrando, attraverso successi quotidiani, che BDS è la forma più efficace di solidarietà necessaria per sfidare il sistema israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid", ha detto Jamal Juma', coordinatore della campagna Stop the Wall e membro della segreteriato BNC.
Adel Abu Ni'meh, direttore del Sindacato degli agricoltori palestinesi, un'organizzazione membro del BNC, ha accolto con favore la notizia, ma ha avvertito che "i beni di Agrexco sono ancora in vendita. Stiamo seguendo da vicino la questione e facciamo appello a tutte le società internazionali affinchè ritirino le loro offerte. Le aziende che acquisteranno beni dell'Agrexco e nomi di marchi o che cercheranno di sostituire l'azienda nella veste di principale esportatore israeliano di prodotti agricoli, saranno allo stesso modo prese di mira da parte del movimento BDS".
Agrexco è stato obiettivo di campagne di boicottaggi popolari, blocchi, manifestazioni e azioni dirette in tutta Europa. In Francia, una vasta coalizione della società civile che comprende decine di organizzazioni, ha intrapreso un'azione legale contro la società e si è opposta ferocemente alla costruzione di un terminale a Sete, che è rimasto inutilizzato sin dalla sua costruzione. In Italia e nel Regno Unito, gli attivisti hanno intrapreso azioni dirette e campagne di pressione perché i supermercati abbandonassero il marchio Agrexco.
Nel mese di luglio, una nuova coalizione di organizzazioni provenienti da oltre 13 paesi europei si è impegnata a "mettere fine alla presenza di Agrexco in Europa" (http://stopagrexcoitalia.org/news/comunicati/255-dichiarazione-montpellier.html). La coalizione seguirà gli sviluppi e potrebbe avviare nuove campagne in risposta al risultato della liquidazione.
Come ha dichiarato l'autorevole economista israeliano Shir Hever, la campagna europea contro la società è stata tra i fattori che hanno portato alla rovina della società. "È stato notato che l'azienda ha prodotto report fuorvianti, e che non ha messo in guardia gli investitori del possibile impatto della campagna BDS nel boicottare i prodotti dell'azienda. Molti agricoltori hanno lasciato la società, scegliendo di lavorare con i concorrenti che non sono ancora al centro della campagna BDS, e come risultato Agrexco è entrata in una crisi di liquidità. Diverse aziende hanno preso in considerazione di fare delle offerte per l'acquisto dell'Agrexco, ma hanno ritirato le loro offerte, dopo una breve ricerca che indubbiamente ha rivelato il risalto dato alla società nella campagna BDS, tra le altre cose," ha spiegato.
La campagna contro l'Agrexco è stata avviata in risposta all'appello del 2005 da parte della società civile palestinese al boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele e i suoi sostenitori fino a quando lo stato non sarà conforme al diritto internazionale, ponendo fine all'occupazione e smantellando il Muro dell'apartheid, assicurando l'uguaglianza dei cittadini palestinesi di Israele e attuando il diritto dei profughi di tornare alle loro case come stabilito nella risoluzione ONU 194.
NOTE:
* Stop Agrexco Italia è nata nel mese di ottobre del 2009 e raggruppa più di 75 organizzazioni nazionali e locali, ONG, sindacati e partiti politici, tra cui Assopace, Federazione della Sinistra, FIOM-CIGL, Pax Christi Italia, Rete ECO (Ebrei Contro l'Occupazione), Un Ponte Per. Ha portato avanti campagne di pressione nei confronti dei supermercati italiani che commecializzano i prodotti dell'Agrexco, attraverso azioni dirette, video, raccolte firme e flashmob.
* Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC) è una coalizione di gruppi della società civile palestinese. Si è formato come punto di riferimento palestinese per la campagna internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), che ha portato all'appello palestinese del luglio 2005 per boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, con l'adesione sin dall'inizio di oltre 170 organizzazioni palestinesi. http://www.bdsmovement.net/