domenica 17 aprile 2011

VENERDI 15 APRILE: sale la tensione intorno al presidio delle Brigate a Lampedusa

Verso le 13.30 di venerdi’ 15 aprile, il furgone delle Brigate di Solidarieta’ Attiva ha attirato l’attenzione di qualche curioso. Non si trattava di un bambino lampedusano incuriosito dal colore o dagli adesivi sul parabrezza, bensi’ da cinque poliziotti in divisa. Gli uomini in divisa giravano sospettosi intorno al veicolo, sbirciavano dai finestrini, dubbiosi sulla possibile pericolosita’ della bandiera rossa appesa dientro. Il dato sconcertante e’ che fosse completamente vuoto, salvo delle scatole di fagioli nel porta bagagli, potenziali armi chimiche in fase digestiva. Quando si sono resi conto che la situazione proprio non quadrava hanno chiamato la cavalleria, i carabinieri, e hanno cominciato a chiedere i documenti a tutti quelli presenti: in un primo momento si sono limitati a prendere le generalità delle persone accanto il furgone per poi pretendere avere i documenti di tutti gli ospiti dell’associazione Askavusa. Hanno fermato e chiesto patente e libretto persino a un ragazzo che ha posteggiato vicino al furgone, colpevole di essersi fermato davanti l’associazione. 

Il clima di tensione è continuato durante tutto il pomeriggio: ad Alex dell’associazione ‘Kayak per il diritto alla vita’ è stato soggetto ad un altro “controllo di routin”. Colto di sorpresa in uno spiazzale isolato a ponente, un equipe di agenti, tra carabinieri, poliziotti e guardie di finanza, gli ha perquisito pesantemente il furgone, svuotando ogni valigia o scatolone, sperando di trovare qualcosa che lo incriminasse di chissà quale reato. “Sappiamo che sei di Askavusa” gli dicevano, mentre con un coltello rompevano la tappezzeria per controllare se sotto la carrozzeria nascondesse qualcosa. L’ammontare dei danni è stato ingente mentre nessuna motivazione è stata addotta. 

Documenti e generalità sono state chieste anche a dei ragazzi di Trento non appena si sono avvicinati all’ex base NATO Loran. E’ evidente che il livello della tensione è alto e il pattugliamento dell’isola è spropositato, soprattutto a confronto dell’inadeguatezza dimostrata nei periodi di acuta crisi alla fine di marzo. Una militarizzazione inaudita e un livello di aggressività che adesso si riversa sulle associazioni “amiche” degli immigrati. 

BRIGATE SOLIDARIETA' ATTIVA PRESIDIO LAMPEDUSA