Via Slataper e via Bardelli, entrambe situate nel quartiere di Rifredi, ospitano da diversi mesi due occupazioni del Movimento di lotta per la casa. Esperienze diverse, come il colore della pelle dei loro abitanti, che nel tempo hanno dato luogo a realtà altrettanto diverse. Circa 90 rifugiati politici somali, eritrei ed etiopi, reduci dalla tendopoli alla Fortezza, animano la prima, piccolo pezzo di Corno d’Africa a due passi da piazza Tanucci, mentre una cinquantina di occupanti dalla provenienza eterogenea danno vita alla seconda, nel cuore del Poggetto. Entrambe sono minacciate da uno sgombero che, almeno sulla carta, dovrebbe concretizzarsi intorno alla metà del prossimo mese di settembre. Dopo l’infame vicenda riguardante lo sgombero dello stabile di viale Matteotti, realizzato con un blitz a sorpresa nel bel mezzo di un agosto di stasi, di nuovo amministrazione comunale e forze dell’ordine ripartono all’attacco. Un copione già visto e destinato a ricorrere ancora chissà quante volte, quello che si prospetta: la proprietà che rivendica il pieno possesso dello stabile, con istituzioni e forza pubblica di conseguenza impegnate a dichiarare guerra ai più deboli dei deboli. Perché questo è il clima che si respira a Firenze da un po’ di tempo a questa parte: un clima di guerra e di odio. Contro chi fa politica dal basso, contro coloro che turbano il quieto vivere rifiutando le prevaricazioni, contro chi cerca di strappare con le unghie il minimo necessario per sopravvivere. Gli occupanti di via Slataper e via Bardelli, così come molti altri, sono colpevoli di aver cercato di riconquistare la propria dignità nella solidarietà reciproca e nell’autogestione, stanchi delle umiliazioni istituzionali realizzate a colpi di false promesse e soluzioni a breve termine. Stanchi di essere trattati come numeri inoltre, e di essere mercificati, nel caso specifico dei rifugiati politici, a vantaggio di amministrazione comunale e cooperative legate ad essa. Nella Firenze del modello toscano e dell’accoglienza, è doveroso mettere in luce politiche sociali che parlano il linguaggio dell’indifferenza, del disprezzo e della menzogna, quella che quotidianamente viene raccontata dai rappresentanti di Palazzo Vecchio, sordi verso coloro che rimangono esclusi dalle loro misere proposte. Ma le persone non sono ectoplasmi né pipistrelli, esistono e pretendono ciò di cui hanno bisogno e diritto, in una città a misura di turista, i cui record sono riscontrabili soltanto nel rapporto tra sfratti annui e numero di abitanti e nella percentuale di case sfitte. Questo corteo di quartiere vuole in primo luogo combattere la cecità bestiale, volontaria o meno, in cui Firenze sembra essere sprofondata. Aprire gli occhi per gettare luce sull’ennesima prepotenza, smascherandola in tutta la sua ingiustizia. Soprattutto in tempi di crisi violenta come quelli che stiamo vivendo è necessario rivedere i parametri morali e legislativi che regolano i rapporti sociali, ovvero legittimare quelle pratiche che puntano a garantire ciò che rappresenta un pilastro delle fondamenta di ogni vita umana: la casa. Per questo motivo diciamo NO con tutta la forza possibile allo sgombero delle occupazioni di via Slataper e via Bardelli, invitando al corteo tutta la Firenze solidale.
CORTEO SABATO 3 SETTEMBRE PARTENZA DA PIAZZA TANUCCI ORE 10.00