La nave francese della flottiglia ha raggiunto l’Egitto e stamani ha lasciato Port Said. Ora è vicina a Gaza. L’imbarcazione ha comunicato alla marina israeliana che non cambierà rotta.
Gerusalemme, 19 luglio 2011, Nena News – E’ forte la tensione nelle acque davanti alla costa di Gaza. La Marina militare israeliana è pronta a fermare con la forza la “Dignité-Karame”, imbarcazione francese ed unica della Freedom Flotilla «Stay Human» che ha potuto lasciare la Grecia dopo il divieto del governo di Atene alla missione pacifista in sostegno della popolazione di Gaza sotto blocco israeliano.
La “Dignité-Karame”, con a bordo 17 persone tra membri dell’equipaggio e passeggeri (tra i quali la nota giornalista israeliana Amira Hass), ha lasciato Port Said intorno alle 6 locali (le 5 in Italia) e dovrebbe giungere a Gaza alle 11-30 italiane. Tuttavia nei pressi di Gaza ha trovato ad attenderla unità da guerra israeliane che si preparano a fermarla. Il vice ministro degli esteri israeliano, Danny Ayalon, è stato categorico nel annunciare le intenzioni della Marina. «Se quella nave è davvero diretta a Gaza allora la intercetteremo…ma posso assicurare che faremo il possibile per garantire la comodità di quelli a bordo», ha commentato Ayalon con sarcasmo.
Ben diverso il tono di coloro che sono a bordo della “Dignité-Karame”. Un portavoce ha assicurato che l’imbarcazione non trasporta alcuna arma o materiali pericolosi e ha ribadito che la missione intende semplicemente ribadire l’illegalità del blocco navale di Gaza attuato da Israele e il diritto legittimo della popolazione palestinese di vivere libera. Il sito della Freedom Flotilla Italia da parte sua sottolinea che la missione della piccola barca francese rappresenta «una straordinaria fiducia nella vittoria dei principi di giustizia che costituiscono il diritto universale: questo è il carburante della barca francese che, non a caso, si chiama Dignité». Il sito annuncia inoltre che oggi «ogni Consolato o Ambasciata francese verrà inondato dalle legittime richieste di protezione dei coraggiosi naviganti, noi chiediamo di più: vogliamo che ad essi si riconosca il merito di aver rischiato per il bene comune del mondo civile». Nena News