Il 15 ottobre è stata una giornata a
cui è stata data una lunga serie di interpretazioni diversissime tra
loro. Chi vi ha visto la morte del movimento che poteva nascere in
risposta alle politiche suicide del governo Monti, chi vi ha visto la
giusta espressione di una rabbia popolare che aspettava solo di
esplodere, chi vi ha visto un comizio elettorale...
di sicuro le
Forze dell'Ordine hanno una unica visione del 15 Ottobre: caricare in
piazza San Giovanni con una violenza inaudita, senza concentrarsi
troppo su chi era presente in piazza e poi scatenare una capillare
repressione contro chi avesse osato fare difesa di piazza, spesso
scongiurando anche il peggio, mentre blindati e idranti si lanciavano
a folle velocità contro la gente impaurita. Infine la seconda mossa
sarebbe stata quella di ridurre tutto a teppismo, a delinquenza
ordinaria, dividendo buoni e cattivi e dando in pasto agli italiani
“ballaròdipendenti” o fan di “repubblica.bce” una “verità”
in cui ogni piano politico, ogni rivendicazione, spariva dietro una
macchina bruciata o un casco insieme all'evidente volontà delle
Forze del disordine di cercare lo scontro.
Tutto questo è
puntualmente avvenuto.
E' così dopo lunghi mesi, in cui si è
voluto dare in pasto ai media la figura del Pelliccia come soggetto
riassuntivo di tutto quel che era presente in piazza, cercando di
coprire di ridicolo la giornata, la polizia irrompe di nuovo, dopo
la prima ondata di arresti, a casa di numerosi compagni, molti dei
quali teramani, perquisisce e fa arresti. Pubblichiamo integralmente la lettera di Davide Rosci, Teramano finito agli arresti il 20 Aprile 2012:
Questa mattina sono stato messo agli arresti domiciliari, è un provvedimento che non contesto e che vivrò serenamente. Vedo che con me ci sono altri ragazzi di qualsiasi parte d’Italia e anche del territorio teramano. Innanzitutto a loro va la mia solidarietà e vicinanza.
Volevo solo precisare che i ragazzi del teramano non fanno parte di Azione antifascista Teramo, che non c’entra niente con questi fatti e che viene accusata ingiustamente solo per gettare fango su questo movimento che fa attività politica sociale e culturale. Non voglio con queste righe fare del piagnisteo o altro, perché non fa parte della mia cultura, ma voglio precisare alcune cose: in merito ai fatti di quello che è accaduto a Roma è scaturito da una tensione sociale manifestatasi nei mesi precedenti al 15 Ottobre, sfociata in scontri di piazza innescati non da chi voleva manifestare ma dalle forze dell’ordine che hanno prima impedito ai manifestanti di raggiungere piazza San Giovanni poi fomentando la folla con l’uso di lacrimogeni e camionette lanciate a folle velocità sui manifestanti.
L’esasperazione ha fatto il resto. Come detto non sono qui a chiedere compassione o altro, sarà un tribunale a giudicarmi, un tribunale che spero non sia condizionato dal processo mediatico di questi mesi che ha visto la corsa dei media alla caccia delle streghe senza alcuna riflessione sul perché quelle persone erano scese in piazza.
A giudicarmi sarà un tribunale e spero non si baserà sulle ricostruzioni di poliziotti e carabinieri, che hanno voluto accadessero disordini.
Oggi siamo sulla gogna mediatica creata ad hoc per distogliere gli italiani dai problemi che hanno portato a quella manifestazione e spero che con questo processo mediatico molte di queste persone si ricordino perché erano scese in piazza. Eravamo in piazza per il nostro futuro, per un lavoro che ci garantisse sicurezza e stabilità, per una pensione che ci sostenesse nella vecchiaia, per un diritto allo studio che ci aprisse le porte del lavoro. Spero che la gente si riorganizzi per riportare al centro dell’attività politica i diritti dei lavoratori, i bisogni delle famiglie e non gli interessi della banche degli speculatori finanziari tanto cari a questo governo di tecnici.
Sono pronto anche alla galera se questo può spronare le nuove generazioni ad esigere un mondo migliore. Voglio chiudere con una frase del Che:Chi lotta può perdere…chi non lotta ha gà perso.
Invitiamo quindi tutti a partecipare il 16 Giugno a Teramo, alla giornata a sostegno delle spese legali dei compagni arrestati.
LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA!
USIAMOLA